ROMA (Reuters) - "Quale riforma? Non sono aggiornato su cosa farà il governo". Ha risposto così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, uscendo del 30esimo congresso nazionale dell'Anm, ai giornalisti che gli chiedevano se fosse al corrente di un disegno di legge costituzionale sull'ordinamento giudiziario.
Ieri il premier Silvio Berlusconi ha detto che martedì prossimo il consiglio dei ministri approverà la riforma della giustizia, che contiene la separazione delle carriere tra pm e magistratura giudicante e nuove norme sul Csm.
Questo progetto è stato contestato dal sindacato delle toghe, mentre i finiani hanno detto di accettarlo ma solo ad alcune condizioni.
Per Napolitano, "l'Anm resta un interlocutore rappresentativo ed essenziale in una fase difficile nella quale è indispensabile il recupero della fiducia del cittadino nel sistema giudiziario, anche attraverso un corretto rapporto tra magistratura e politica".
Nel suo intervento al convegno di oggi, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara ha detto che la risposta delle toghe alla riforma "è assolutamente negativa, perché queste paventate riforme adombrano in realtà una diversa finalità rispetto al tema del funzionamento del processo e cioè quella di ridisegnare il rapporto tra politica e magistratura, alterando le attuali divisioni tra poteri dello Stato così come delineate dal costituente nel 1948".
Il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel suo messaggio inviato all'Anm, i ha difeso l'operato e l'autonomia dei magistrati perché è un baluardo di legalità.
"Viviamo una fase politico-istituzionale assai delicata. Compito delle istituzioni democratiche e di tutte le forze politiche del Paese, senza distinzioni di parte, è quello di sostenere costantemente l'operato della magistratura, la cui azione riveste un ruolo centrale per la salvaguardia del principio di legalità", si legge nel messaggio inviato da Fini al Congresso e letto dal presidente di Anm, Luca Palamara.
I finiani hanno posto alla riforma della giustizia alcuni vincoli: il Csm non deve essere composto a maggioranza da membri eletti al di fuori della magistratura, la polizia giudiziaria deve restare sotto il controllo dei pm e il ministro della Giustizia non deve avere maggiori poteri di quelli attuali.
"E' evidente che l'autonomia della magistratura costituisce un presupposto della sua stessa indipendenza e ne rappresenta il fondamento", ha proseguito Fini nel suo messaggio.
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