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22 nov 2010

Crisi, la sfida dei finiani a Berlusconi "Non può usare il simbolo del Pdl"

Il capogruppo di Fli: "Non può usarlo, è in comproprietà con Fini". Napolitano: "Serve uno spirito di condivisione e senso di responsabilita senza concitazioni fuorivianti"

ROMA - "Dicono che Berlusconi stia preparando un nuovo partito per rinnovarsi in vista del voto. Comprendiamo la sua esigenza, anche perchè il nome e il simbolo del Pdl sono in comproprietà con Fini e non potrà utilizzarli". Lo afferma in una nota il capogruppo di Futuro e Libertà Italo Bocchino che lancia un monito anche riguardo all'altro nome circolato in questi giorni: "Dicono anche che nella conferenza stampa tenuta due giorni fa a Lisbona Berlusconi si sia fatto sfuggire che vuole scendere in campo definendosi 'il vero centrodestra'", scrive il dirigente di Fli. "Per evitargli problemi giudiziari, che purtroppo non gli mancano - sottolinea -, gli comunichiamo che dal 17 maggio scorso 'il vero centrodestra' è stato registrato da noi all'ufficio marchi e brevetti di Roma. Una ragione in più che prova che il suo non sarà il vero centrodestra italiano".

Poi Bocchino sposta l'attenzione sul futuro del governo. Se Berlusconi ama l'Italia deve prendere atto della situazione e aprire una nuova stagione, così come gli ha chiesto Fini, ma sappiamo purtroppo che questo amore per la Nazione in lui è soffocato dall'odio verso chi si permette di contraddirlo" dice il capogruppo di Fli a Montecitorio, in vista del passaggio parlamentare del 14 dicembre.

Nel frattempo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano torna a chiedere che la politica si sforzi di trovare "uno spirito di condivisione e senso di responsabilita" e un clima "di

serietà e razionalità, senza concitazioni fuorivianti".


"Pochi giorni fa ho valorizzato la dimostrazione di senso di responsabilita' dato dalle forze politiche nell'accordare la precedenza alla legge di stabilità - continua il capo dello Stato - il senso di responsabilità non significa rimozione della dialettica e del confronto, ma riconoscimento di un interesse generale che può imporre talune priorità all'agenda politica e parlamentare".

Al tempo stesso "la condivisione significa capacità di individuare i problemi e le sfide che sono e saranno di fronte al Paese nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Da ciò deriva un atteggiamento più utilmente propositivo e una convergenza che mi auguro possa prendere piede. Poi ognuno prenderà le sue responsabilità di fronte al Parlamento e all'opinione pubblica".

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