ROMA (13 novembre) - Nel film di Eugenio CappuccioSe sei così, ti dico sì, si fa chiamare Talita Cortés. Capelli a spazzola di un nero corvino, trucco pesante, una sorta di dark model che può fare a meno anche dell’ufficio marketing, tanto i prodotti di cui è testimonial se li lancia da sè. Nella pausa set all’Exedra Hotel di Roma, Talita ridiventa l’argentina Belén Rodriguez. Stesso fascino, identica bellezza, flashata dai fotografi ma niente glamour, nessuna strizzatina d’occhio.
Belèn si sdogana grazie al cinema e parla di cronaca, del “caso” Ruby e della tragedia di Sarah Scazzi, di Berlusconi e dei tg spazzatura, dell’effimero circo mediatico e del gossip che inghiotte tutto e tutti. Infine del prossimo Sanremo edizione morandiana accanto a Elisabetta Canalis. E qui è telegrafica: «Sono emozionatissima e supertesa. Il “caso” Bella ciao? Forse solo pubblicità». Stop.
Costruita, racconta il regista, «come una commedia all’italiana del cinema che fu» Se sei così, ti dico sì prodotto dalla Duea Film di Antonio e Pupi Avati in collaborazione con Medusa in uscita nell’aprile 2011, racconta la storia di Piero Cicala, interpretato da Emilio Solfrizzi, ex cantante di successo con l’ormai celebre brano Io, te e il mare, oggi squattrinato e senza sogni nuovamente approdato nella sua Puglia dove lavora nel ristorante dell’ex moglie (Iaia Forte). Poi, all’improvviso, ecco la proposta di rispolverare scarpe lucide e giacca con lustrini per riproporsi in tv a I migliori anni di Carlo Conti col suo motivetto da un milione di copie vendute. Roma si rivelerà la città del riscatto e dei sogni avverati, quella Roma dove, per una magnifica coincidenza, si trova a passare la splendida diva Talita Cortés. L’incontro è inevitabile e il dopo saranno due posti vicini in aereo destinazione New York...
Belén, ragazza copertina, diva chiacchierata al centro di cronaca e gossip. Belén “schizzata” da Stefano Disegni come un corpo senza testa insieme con la Canalis. Non si ribella a tutto questo? «Diciamo che non mi offendo, anche se sembra che di me interessi solo il lato B. Sono accuse ignoranti e non mi sento una tonta. Ho 25 anni, ma cosa ci si aspetta da me? Forse che reciti a memoria la Divina Commedia? La verità è che i media hanno bisogno del mio faccino e del mio sedere e delle notizie spazzatura. E’ il gioco del business che fa ricchi me e i giornalisti. Quando sarò veramente stupida mi vergognerò e sarete avvertiti».
Dunque nessuna ferita?
«Ora so bene come funziona il meccanismo. Prima avevo dei mal di pancia tremendi, adesso me ne frego. Vedo tante ragazze che si bruciano in un attimo, anche io tendo sempre a fare troppo ma oggi ho imparato a muovermi per gradi. Adesso azzardo col cinema che mi tira fuori i sentimenti e questo mi piace».
Si sente sotto pressione?
«Qualsiasi cosa faccia mi trovo sempre al centro della sparatoria. È tutto così effimero, come nel caso di Sarah Scazzi, di cui i tg e il circo mediatico parla così tanto e troppo. Ma il mondo oggi è questo e bisogna abituarcisi»
A proposito di ragazze e giornali, che idea si è fatta del “caso” Ruby e di Berlusconi?
«Il presidente lo conosco da tanto tempo, visto che ero fidanzata con Marco Borriello quando giocava nel Milan, ed è una persona supersimpatica. Dico solo che avere cinque minuti di successo come Ruby è molto facile. Ieri parlavo con Fabrizio (Corona n.d.r.) e mi ha detto che lei ogni mattina passeggia sotto il suo ufficio sperando di avere qualche scatto insieme a lui e finire in prima pagina. Il popolo è facile da prendere in giro e questi fatti ci distraggono dalle cose reali. Il successo vero è fatto di costanza e intelligenza, di contenuti e non di chiacchiere. Ruby vive per 5 minuti e poi chi se la ricorda più...».
Belèn, si dia una definizione.
«Somiglio un po’ a Taita, lei si annoia spesso e ha bisogno sempre di fare mille cose. Io adoro cantare ad esempio, mio padre è musicista e anche a me piace suonare la chitarra. Ma queste cose chi le sa? Non mi reputo un’attrice ma ci sto mettendo l’anima, giro spot tra profumi e telefonini, sono più un’azienda che un personaggio. Soffro quando vedo i bambini che giocano a fare i grandi».
Come si trova davanti alla macchina da presa?
«Quando ho incontrato Eugenio Cappuccio, il regista di Se sei così, ti dico si ho capito che c’erano molte chiavi per interpretare il personaggio. Mi ha scioccato il mio cambiamento fisico e il lavoro maggiore è stato quello di trattenere la spontaneità, controllare i gesti. Insomma, metto Belèn da una parte. Non leggo giornali e non navigo su Internet per scordarmi di me. E’ stato più difficile che girare Natale in Sud Africa, una pellicola più popolare dove mi sentivo più libera».
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