Giungono segnali positivi dalla cena con i paperoni cinesi organizzata a Pechino da Bill Gates e Warren Buffett. I due miliardari americani, che vogliono allestire un evento simile in India, sembrano soddisfatti dell'interesse con cui i super ricchi del paese della Grande Muraglia hanno risposto al loro appello per la beneficenza, che mira a spingere i più fortunati a donare una quota significativa del loro patrimonio personale.
L'appuntamento si è svolto in una villa alla periferia della città, registrando la partecipazione dei due terzi degli invitati. Gli assenti, forse, non hanno superato il timore di subìre pressioni, preoccupazione che i due uomini d'affari americani avevano scongiurato alla vigilia, parlando di un incontro conoscitivo e non vincolante.
Gates è parso soddisfatto dell'energia e dell'interesse emersi durante la serata, con chiari segnali di apertura alla nobile causa. Se la filantropia cinese iniziasse a muoversi, potrebbe mettere sul piatto immense risorse, visto che da quelle parti i milionari sono almeno 875 mila.
Uno dei partecipanti, di nome Zhang Xin, ha lodato Buffett nel suo blog: "Ha 80 anni, un viso sorridente e parla con gratitudine. Ascolta attentamente ogni domanda. E' una persona meravigliosa. Ha detto che non ha sacrificato nulla per la carità, perché non ha bisogno di risparmiare sul cibo o su altre cose per una donazione. La sua umiltà riesce a trasportare". Simile il giudizio di altri verso i due relatori a stelle e strisce.
Ma non sono mancate le voci discordanti, come quella di Guo Jinshu, che ha detto: "Non dobbiamo copiare il modello di carità che ci viene proposto. In Cina la massima responsabilità dell'imprenditore è quella di mantenere le sue attività, per adempiere i pagamenti fiscali e creare posti di lavoro. Anche questo è un atto filantropico". Ricordiamo che Gates e Buffett hanno già convinto 40 paperoni americani a donare la metà dei loro averi in beneficenza. Ora sperano di riuscirci anche in altre regioni del mondo.
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