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23 set 2010

Dopo 25 anni Blockbuster va in bancarotta

E la bancarotta va. Dopo 25 anni Blockbuster ha chiesto oggi alla corte di New York di ricorrere alla protezione del Capitolo 11, per affidarsi all'amministrazione controllata, nella speranza di riuscire ad operare una profonda ristrutturazione del modello di business e ripartire da zero. Ieri il titolo della società guidata da James Keyes è crollato del 31% nel pink market americano (quello dove sono scambiate le azioni di società ad alta volatilità e rischio elevato) aggravando un quadro finanziario vacillante.

Dalle carte presentate in Tribunale emergono asset per 1,02 miliardi di dollari e debiti per 1,46 miliardi. A luglio gli asset erano pari a 1,16 miliardi e il passivo era pari 1,61 miliardi di dollari. La società, che conta 5.800 punti vendita in tutto il mondo, non ha retto l'onda d'urto di concorrenti agguerriti come Netfilx, Coinstar e Redbox Dvd.

Secondo alcune indiscrezioni il piano di ristrutturazione dovrebbe prevedere la conversione di 670 milioni di dollari in obbligazioni senior in azioni. Da questa operazione si ricaverebbero anche quei 125 milioni di dollari ritenuti necessari per far continuare l'attività durante il periodo di bancarotta. Resterebbero fuori dalla partita i titoli di obbligazioni junior per un ammontare di 300 milioni di dollari, che sarebbero così spazzati via.

L'accordo per la conversione parziale del debito in azioni sarebbe stato firmato anche dall'imprenditore miliardario Carl Icahn, che ha un ruolo chiave nell'azienda. È infatti entrato nel consiglio della società nel 2005 e detiene un terzo delle obbligazioni del gruppo. Si è dimesso a gennaio. Mentre a marzo ha liquidato il 16,9% della sua quota, passata al 3,5%, dando indirettamente agli investitori un segnale d'allarme sull'andamento traballante del gruppo che proprio un anno prima, vicino al fallimento, era riuscito a raccogliere sul mercato obbligazionario 675 milioni di dollari per ridurre l'esposizione verso le banche.

La "fase Icahn" è iniziata dopo quella di Viacom, la compagnia americana che tra gli asset detiene anche Paramount film studio, che ha rilevato nel 1994 Blockbuster da Wayne Huizenga per la cifra di 8,4 miliardi di dollari. Tra gli altri creditori c'è anche la Twentieth Century Fox Home Entertainment che ha in pancia obbligazioni per 21,6 milioni di dollari.

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