28 ago 2010
Tulliani-Gaucci: ora Perugia indaga sul tesoro di Big Luciano
Della storia d'amore tra Luciano Gaucci, settantunenne sprint, e l'ex compagna Elisabetta Tulliani rischia di non rimanere più niente. Neppure i presunti pegni. Contesi, ironia della sorte, a Perugia, la città del cioccolato e dei baci con dedica. Infatti l'inchiesta sul crac della locale squadra di calcio non finisce di riservare sorprese: a quanto risulta a Panorama, la procura ha appena inaugurato un nuovo clamoroso fronte, riguardante il patrimonio della famiglia Tulliani.
Nel capoluogo umbro è stato aperto un fascicolo (modello 45, quello che contiene notizie che potrebbero presto tramutarsi in ipotesi di reato con conseguenti iscrizioni sul registro degli indagati) sulle dichiarazioni rilasciate da Gaucci a proposito dell'origine dei beni della trentasettenne ex fidanzata, al suo fianco dal 1997 al 2004 e oggi compagna del presidente della Camera, Gianfranco Fini.
Di fronte a questa eclatante novità, la vicenda della svendita da parte di An della casa di Monte-Carlo (attualmente occupata da Giancarlo Tulliani, «cognato» di Fini) rischia di passare in secondo piano, se confrontata con le possibili, devastanti conseguenze dell'indagine sulle ricchezze dei Tulliani. Un'inchiesta innescata dalle dichiarazioni alla stampa di Gaucci che aveva detto proprio a Panorama, sul numero del 12 agosto: «Se la procura di Perugia ritiene illecito il mio patrimonio e lo ha sequestrato, perché non fa la stessa cosa anche con i beni che ho affidato alla mia ex compagna? O almeno perché non le chiede di dimostrare l'origine del la sua ricchezza?». Sempre a Panorama, Gaucci aveva svelato: «Diciamo che la cessione di questi immobili era una specie di accantonamento». E aveva quantificato così il valore dei doni: «Forse 15 milioni di euro, forse 20. Ci avrei potuto comprare un'altra squadra di calcio».
Lo scontro finale tra i due ex amanti è iniziato nell'autunno del 2009, quando Gaucci ha citato in giudizio la signora presso il tribunale di Roma per avere indietro i propri beni, a suo dire «patrimonio intestato fiduciariamente» alla signora. L'oggetto del contendere? Cinque appartamenti con una serie di soffitte e box in via Conforti, a Roma, un'abitazione in via Sardegna, ma anche terreni, cinque autovetture, quadri di autori come Renato Guttuso e Giorgio De Chirico (acquistati per 2 miliardi di lire), oltre a un orologio in oro e brillanti da 40 milioni (sempre
in lire) e altri gioielli del valore di circa 1 miliardo.
A indurlo a chiederne la restituzione sarebbe stato il fastidio per le dichiarazioni di Elisabetta, che assicurava di avere comprato il tutto con risorse di famiglia e con i proventi di una vincita al Superenalotto (un colpo di fortuna che Gaucci rivendica per sé). Per la verità, questa versione Tulliani l'aveva già fornita ai magistrati perugini quando alcuni beni a lei intestati erano stati sequestrati nell'ambito dell'indagine per la bancarotta fraudolenta del Perugia calcio. Adesso le dichiarazioni di Luciano stridono con la versione di Ely.
Per questo Giuliano Mignini, pm di lungo corso della procura umbra, inquirente in casi celebri come i delitti del mostro di Firenze e quello di Meredith Kercher e attuale procuratore facente funzioni ha deciso di aprire un fascicolo, in cui sono stati inseriti gli articoli, a partire da quelli diPanorama, con le dichiarazioni di Gaucci. Una cartellina appoggiata sulla
scrivania del magistrato al terzo piano della procura perugina, palazzone di marmo d'epoca fascista. Mignini ha già informato delle dichiarazioni di Gaucci la collega Antonella
Duchini, il pm che si occupò della bancarotta fraudolenta: sarà lei «per connessione» a seguire il nuovo filone d'indagine. Attualmente è inferie, ma è stata richiamata urgentemente per l'affaire
Tulliani e per questo potrebbe anticipare il rientro. Nel frattempo, è stata avvistata in ufficio già mercoledì 18 agosto dove ha incontrato Mignini e ha recuperato la prima documentazione. Le possibili ipotesi di reato sono concorso in bancarotta fraudolenta o ricettazione, ammettendo che Elisabetta Tulliani ignorasse che i regali di Gaucci fossero frutto della distrazione di fondi dal Perugia calcio.
Ma le dichiarazioni di Big Luciano, se non riscontrate, potrebbero ritorcersi contro di lui facendolo incriminare per calunnia. «Bisognerà vedere le carte» ammette Duchini
al telefono con Panorama. L'avvocato Alessandro Sammarco, difensore di Gaucci, non teme scivoloni da parte del suo assistito: «L'ex presidente del Perugia ha sempre dichiarato di avere acquistato i beni con le sue risorse personali e questa versione mi è stata recentemente confermata dai collaboratori dell'epoca, in sede di indagini difensive. Ovviamente occorre un accertamento documentale sui flussi finanziari».
Elisabetta, insomma, deve dimostrare di avere pagato tutti i beni con soldi propri, altrimenti si tratterebbe di acquisti fatti da Gaucci. Il quale, attraverso Panorama, ha già sfidato la ex e il suo parentado a esibire «bonifici o assegni con cui hanno acquistato terreni e case». Già in questa seconda metà d'agosto il pm preparerà l'elenco degli atti da svolgere e il calendario
delle persone da ascoltare, compreso lo stesso Gaucci. In queste ore, la procura sta valutando anche eventuali provvedimenti urgenti, come perquisizioni o sequestri . La questione interessa non solo
la magistratura inquirente, ma anche tutte le parti che hanno chiesto di essere risarcite dopo il crac del Perugia. Nel 2006 per la bancarotta della squadra umbra il gip ordinò l'arresto di sette
persone, tra cui Luciano Gaucci e i figli Riccardo e Alessandro. Nel 2008 i tre hanno patteggiato: tre anni di reclusione per il padre e 20 mesi per i figli, tutte pene condonate dall'indulto. Da allora il sequestro conservativo dei beni, inizialmente bloccati per le spese di giustizia, è congelato in attesa della quantificazione del danno in sede civile. Solo dopo verranno resi esecutivi i risarcimenti. Ma la caccia al tesoro dei Gaucci non è stata sospesa dalla conclusione del procedimento penale.
Anzi, viste le affermazioni dell'ex patron del Perugia, le cause civili potrebbero moltiplicarsi. Il curatore, che gestisce i beni del cosiddetto «fallimento», l'amministrazione della società in liquidazione, l'avvocato Carlo Moriconi, non è rintracciabile in questi giorni di ferie. È, invece, in ufficio uno dei legali di parte civile che si occupa dell'argomento, Vittorio Betti: «Ho letto le dichiarazioni di Gaucci» dice. «Bisognerebbe accertare se i beni di Elisabetta Tulliani siano frutto di un acquisto simulato con intestazione fittizia alla stessa da parte di Gaucci. Se così fosse, per
questi fatti non ci sarebbe prescrizione e si potrebbe richiedere l'inefficacia degli atti di vendita, facendo ricadere i beni nel patrimonio dello stesso Gaucci».
Con conseguente sequestro. Su questo tema interviene l'avvocato Sammarco: «Mi stupirei se la curatela fallimentare, che è sempre stata iperattiva nei confronti di Gaucci non agisse anche in questa vicenda per recuperare beni di rilevante valore che potrebbero essere di sua pertinenza». Quindi aggiunge: «Naturalmente anche in questo caso occorreranno le puntuali verifiche sugli atti di compravendita».
Ma la curatela non ha certo bisogno di alcuno sprone per appassionarsi all'argomento visto che davanti al giudice civile ha denunciato un danno per i creditori pari a quasi 220 milioni di euro (in sede penale la stima iniziale si era fermata a 40), ascrivibili a Luciano Gaucci (58 milioni), ad Alessandro (87,5) e a Riccardo (74). A fronte di questa richiesta (impugnata dai difensori di Gaucci) sono stati recuperati beni per non più di 2-3 milioni di euro: una casa e un terreno a Roma, alcune proprietà a Tivoli, Velletri (Roma) e Avezzano (L'Aquila), oltre alle quote di quattro società riconducibili ai Gaucci, dall'immobiliare Siata alla Fulgida 2000, impresa di pulizie. Un magro bottino, soprattutto se confrontato con il ben più consistente elenco dei beni di cui Gaucci ha chiesto
ai Tulliano la restituzione davanti al tribunale di Roma. Un tesoretto che, vista la lista dei creditori in attesa di soddisfazione, potrebbe finire all'incanto. Come è già successo per il castello di Torre Alfina (Viterbo), un tempo rifugio dorato dell'amore tra Ely e Big Luciano. Anche se da allora sembra passato un secolo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento