C'è Bernardo Caprotti con la sua Esselunga che ha già firmato in gran segreto per sbarcare in Porta Vittoria. C'è il Banco Popolare, la ex Bpl, che ha messo sul banco 90 milioni e che sta adesso bussando con grande discrezione alle porte di altre banche (tra cui dovrebbero esserci Bim e Unicredit) esposte nei confronti di Danilo Coppola per raddoppiare a 180. Ci sono le recenti vacanze a Montecarlo. E c'è Finanza & Mercati, cioè i giornali, vecchia passione dei furbetti del quartierino. Coppola ha già firmato il compromesso con il liquidatore della società PerlaFinanza, Aldo Bruno, per rilevare l'immobile in via Tristano Calco che contiene la redazione del quotidiano finanziario meneghino sopravvissuto al disastro, nonostante tutto. La cifra esatta non si conosce: ma dovrebbe essere di circa 1,8 milioni. Se poi questi soldi saranno sufficienti per ripianare i debiti del gruppo e riportare la società editrice in bonis si saprà solo a settembre, quando dovrebbero chiudersi alcune transazioni extragiudiziali. La redazione che potrà rimanere con un affitto inferiore al leasing attuale, circa 15 mila euro al mese.
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La domanda che tutti si fanno a Milano è: da dove arrivano isoldi? Cosa sia rimasto della galassia di Coppola, con le sue Tikal e Micop, è difficile capirlo. Pare che con pazienza certosina sia stato tutto messo in ordine tirandone pure fuori delle mini-plusvalenze. Ma dati non ce ne sono. L'unica certezza è che Saviotti - che non ha certo gradito l'eredità lasciatagli da Gianpiero Fiorani e che dal suo arrivo combatte con la ristrutturazione dei debiti di Coppola - non ha voluto correre rischi: i 90 milioni dovranno essere usati "esclusivamente" per Porta Vittoria, l'area passata in un tipico giro da bolla immobiliare da Fs a Zunino (con Ipi), poi a Coppola per finire ai Segre e, di ritorno, a Coppola per 134 milioni (il pagamento è ancora in corso).
Insomma: sono in molti a dover credere al rilancio di Porta Vittoria, unica via per rivedere almeno parte del proprio denaro. D'altra parte le potenzialità sembrano esserci: Porta Vittoria non è periferia milanese come la desertica area su cui aveva puntato Luigi Zunino. E infatti, oltre a Caprotti, la Porta Vittoria Spa affidata a Mancini avrebbe raccolto l'interesse del gruppo di hotel di lusso di Dubai, Jumeirah, che da poco ha aperto a Londra e New York. Ma è anche vero che i tempi sono cambiati e bisogna fare i conti anche con CityLife che per ora non ha raggiunto il cuore (e il portafoglio) dei milanesi. Coppola confida ai suoi collaboratori di avere la formula d'oro: gli appartamenti saranno venduti solo quando i 40 mila metri quadrati di Porta Vittoria avranno una loro anima, tra un paio di anni. Nel frattempo si vedrà. Intanto c'è chi giura di aver visto Coppola usare il suo vecchio aereo privato Falcon.
Massimo Sideri
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