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8 lug 2010
Il Rapporto dell'Istat sul livello dei prezzi nei capoluoghi italiani
L'Istat fa il check dei prezzi nelle città. Sono Bolzano e Bologna le più care
«È la prima volta che abbiamo un'idea solida dei differenziali nei livelli di prezzo tra i vari capoluoghi di regione e abbiamo un riscontro statistico su quanto sinora era solo una percezione e cioè che uno stesso stipendio compra differenti beni a Milano e a Palermo».
Così Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, spiega i risultati del progetto realizzato dall'Istat insieme all'Unioncamere e all'istituto Tagliacarne, con la collaborazione degli uffici comunali di statistica.
Il progetto viene da lontano: le prime stime , relative ai soli prezzi degli alimentari, sono state pubblicate dall'Istat nel 2008. Adesso il calcolo è stato esteso a tutti i capitoli nei quali si articola la spesa per consumi. Scopriamo così che nel 2009 le differenze fra i livelli dei prezzi al consumo tra le varie città italiane non sono irrilevanti. Gli indici elaborati dall'Istat permettono di definire una classifica in base alla quale la città più cara d'Italia nel 2009 è stata Bolzano (indice a quota 105,69) seguita da Bologna (+4,9 per cento rispetto alla media) e Milano (+4,7%); tra le meno care, svetta Napoli (indice a 93,8, con prezzi inferiori quindi alla media del 6,2% )seguita da Campobasso (-5,8 per cento) e da Potenza (meno 5,3%).
Ma le elaborazioni dell'Istat permettono anche un piano più disaggregato di analisi. Si scopre ad esempio che a Napoli, città dove in generale il livello dei prezzi è risultato nettamente più basso della media, i servizi assicurativi costano molto di più della media nazionale, mentre Roma mostra un livello più elevato del 12,8 per cento rispetto alla media nazionale per quel che riguarda il livello dei prezzi delle case. Per i mobili il primato delle città più care spetta a Trento e a Bolzano. Passando ai trasporti e alle comunicazioni le più care sono Torino e Venezia e la città più a buon mercato è Reggio Calabria. Mentre, sul fronte dell'istruzione e dei servizi ricettivi e ricreativi (dunque anche per i ristoranti), invece, la città più cara è Bologna (+7,2 per cento) quelle meno care sono Napoli e Campobasso. La ricerca, hanno spiegato i suoi promotori, consentirà di depurare altri indicatori chiave dell'economia (salari, reddito, Prodotto interno) dalle differenze regionali nel livello dei prezzi: «È un contributo fornito alla politica e a chi deve prendere decisioni, tanto più utile nell'ottica del progetto di riforma federalista».
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