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2 giu 2010

Parcella da 22 milioni, la Bresso difende Fuksas

L'ATTACCO DI COTA: UNO SPRECO QUEI SOLDI ALL'ARCHITETTO PER IL PALAZZO DELLA REGIONE

L'esponente pd: cifre normali, ma lo scelse Ghigo

L'architetto Massimiliano Fuksas nella sua abitazione a Roma (foto Ciofani)
L'architetto Massimiliano Fuksas nella sua abitazione a Roma (foto Ciofani)
MILANO
— Ventidue milioni di euro per progettare il nuovo palazzo della Regione: il grattacielo trasparente di via Spina 1. Una parcella eccessiva, secondo Roberto Cota. Anche se il destinatario si chiama Massimiliano Fuksas, ed è uno degli architetti più famosi del mondo. Per il neogovernatore del Piemonte questa non può essere una giustificazione, anche perché «la Regione si trova ora con un pesante buco — spiega —. Oltre 500 milioni che mancano all'appello sul bilancio 2010 e che dovremmo trovare tagliando gli sprechi. Questa è l'eredità ricevuta dalla precedente amministrazione di centrosinistra ed è mio dovere denunciarla per non esserne corresponsabile. In questa situazione, quello di Fuksas è uno spreco ingiustificato».

L'ex governatrice, Mercedes Bresso, risponde a tarda sera al suo cellulare. «Sono in vacanza a Creta e non conosco le ultime vicende politiche. Quella di Cota, però, mi sembra una polemica insulsa. Prima di tutto vorrei ricordargli che è un progetto deciso da Ghigo, mio predecessore alla Regione e "coinquilino" di Cota nel Pdl. Io l'ho solo trovato e adattato. Quanto è stato pagato a Fuksas corrisponde a una parcella professionale pari a meno del 10 per cento del totale, che è 300 milioni di euro, ed è stata stabilita in base ai tariffari dell'Ordine degli architetti. Lui ci ha fornito, per la nuova sede della Regione, progetto preliminare ed esecutivo. Stiamo parlando di un grattacielo per 3mila persone, sia chiaro, e non di un bungalow. Un progetto complesso, di ecologia sostenibile. Parte del compenso di Fuksas è stato pagato da Ghigo, parte da noi, e parte ora credo tocchi a lui. Non vedo dunque quale sia lo scandalo».

L'architetto romano, interpellato direttamente, preferisce evitare ogni commento. Dal suo studio si limitano a riferire asettici «che è salito su un aereo e che per due giorni non sarà rintracciabile. È anche senza cellulare, dunque...». In realtà, sulla questione Fuksas si era già espresso nell'aprile 2004. Polemizzando — sorpresa — proprio con la neogovernatrice Mercedes Bresso. L'esponente del Pd, infatti, al suo insediamento aveva subito contestato questo progetto per l'eccessiva onerosità e ventilato l'ipotesi di bloccarlo per ripiegare su un'ex sede Fiat di corso Marconi. «È come buttare delle decolletes nuove e ripiegare su un paio di scarpe vecchie», aveva commentato ai tempi Massimiliano Fuksas. Aggiungendo infuriato: «Ci ho lavorato per oltre 5 anni: l'idea di accantonarlo è un peccato per me e credo anche una grossa perdita per Torino. È un tradimento. E pensare che quel progetto piaceva tanto anche al sindaco di Torino Sergio Chiamparino, che mi ha più volte detto che era ciò che ci voleva per la città e per rilanciare il quartiere Spina 1...». Poi però, per sua fortuna, Mercedes Bresso ha cambiato idea.

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