Un «grave attacco alla libertà di stampa e di espressione» ma soprattutto una «grande anomalia a livello europeo». Sky Italia interviene con durezza sul disegno di legge sulle intercettazioni in discussione al Senato. Il giorno dopo l'approvazione delle maxi-sanzioni per gli editori, puniti fino a 464.770 euro per la pubblicazione degli atti di indagine (anche se non più segreti) o delle intercettazioni, la tv satellitare del gruppo News Corporation di Rupert Murdoch esprime «grande preoccupazione» e annuncia la richiesta di intervento a tutte le autorità internazionali competenti, fino al ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo. Così, sulla norma che Sky definisce una «grave anomalia a livello europeo», si apre un nuovo capitolo dello scontro tra Silvio Berlusconi e il magnate australiano.
«Il diritto a un'informazione completa – ha dichiarato Sky – è un diritto irrinunciabile per ogni cittadino, ma è anche un dovere fondamentale per ogni editore. Per questo motivo Sky Tg24, che in questi anni ha sempre cercato di compiere la propria missione con la massima professionalità e imparzialità, continuerà a lavorare avendo come unico scopo quello di fornire ai cittadini un'informazione obiettiva e più completa possibile».
Non è la prima volta che Sky interviene su provvedimenti del governo Berlusconi con ricadute su televisione ed editoria. La vicenda più controversa è quella di fine 2008, quando il decreto anti-crisi introdusse il raddoppio dell'Iva – dal 10 al 20% – per le aliquote sugli abbonamenti per le tv a pagamento. «Una tassa che è evidentemente in contrasto con l'affermazione del governo che questo pacchetto sostiene lo sviluppo delle imprese» tuonò immediatamente l'amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge. Parole cui seguì una vera e propria battaglia a colpi di spot anti-governo («aumenta le tasse e non mantiene le promesse») e invito a mandare mail di protesta a Palazzo Chigi (con conseguente intasamento della casella postale governativa). Ne seguì un lungo botta e risposta con Palazzo Chigi cui si aggiunse anche la richiesta dell'intervento dell'Europa. Ma alla fine l'aumento fu confermato.
Ci sono stati poi altri episodi che hanno fatto gridare l'opposizione al conflitto di interessi, visto che la "guerra delle tv" vede protagonisti oltre a Sky l'azienda della famiglia Berlusconi, Mediaset. Da ultimo i ritardi sulla richiesta di Sky di anticipare la possibilità di entrare nel digitale prima della fine del 2011. Polemiche che hanno fatto dire al presidente Mediaset Fedele Confalonieri: «Sky è dipinta come vittima di ostracismo governativo e manovre discriminatorie. Come se Sky Italia non fosse espressione del più forte operatore televisivo del mondo, detentore in Italia di una posizione stradominante nella pay tv». Da ieri il dossier ha un nuovo capitolo.
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