Il problema della finanza è una conseguenza del più ampio fenomeno della globalizzazione…
La globalizzazione, in generale, sta provocando il cambiamento della sovranità nazionale. I mercati finanziari sono una parte del discorso. Lo stato westfaliano, come noi lo conosciamo, è oggetto di profondi mutamenti: è perforato da continui vasi comunicanti, essenzialmente per una duplice causa.
Vale a dire?
In primis, c'è il forte aumento del peso di istituzioni sovranazionali, quali per esempio l'Unione europea. Poi ci sono strumenti non istituzionali, come appunto le Borse e i mercati finanziari. Questi ultimi, però, sono guidati da forze non regolate in maniera sufficiente. E qui sta il guaio: fino a quando non lo affrontiamo, assisteremo al succedersi di altre crisi, di altri periodi di difficoltà.
Eppure, almeno a livello di dichiarazioni, c'è chi continua a richiamare il tema della riforma sistemica…
Sì, ma manca la politica. Non vedo all'orizzonte un forte accordo per il cambiamento. Fino all'aprile dell'anno scorso, si spingeva per una regolamentazione di tipo globale. Pian piano, le ambizioni sono diminuite; si è preferito ripiegare su argomentazioni di carattere tecnico, sulla soluzione di singoli aspetti del problema. Per carità, proposte pur sempre importanti ma che non affrontano il "peccato originale", non risolvono alla radice la contraddizione. Basta vedere quello che è successo per la Tobin tax.
Cosa intende dire?
In sé è una buona idea. Ma se non viene condivisa da tutti, se non c'è uno scatto in avanti della politica che la impone a livello planetario non ha senso. Può essere aggirata sempre e comunque, passando per qualche isola del Caimano.
La globalizzazione, in generale, sta provocando il cambiamento della sovranità nazionale. I mercati finanziari sono una parte del discorso. Lo stato westfaliano, come noi lo conosciamo, è oggetto di profondi mutamenti: è perforato da continui vasi comunicanti, essenzialmente per una duplice causa.
Vale a dire?
In primis, c'è il forte aumento del peso di istituzioni sovranazionali, quali per esempio l'Unione europea. Poi ci sono strumenti non istituzionali, come appunto le Borse e i mercati finanziari. Questi ultimi, però, sono guidati da forze non regolate in maniera sufficiente. E qui sta il guaio: fino a quando non lo affrontiamo, assisteremo al succedersi di altre crisi, di altri periodi di difficoltà.
Eppure, almeno a livello di dichiarazioni, c'è chi continua a richiamare il tema della riforma sistemica…
Sì, ma manca la politica. Non vedo all'orizzonte un forte accordo per il cambiamento. Fino all'aprile dell'anno scorso, si spingeva per una regolamentazione di tipo globale. Pian piano, le ambizioni sono diminuite; si è preferito ripiegare su argomentazioni di carattere tecnico, sulla soluzione di singoli aspetti del problema. Per carità, proposte pur sempre importanti ma che non affrontano il "peccato originale", non risolvono alla radice la contraddizione. Basta vedere quello che è successo per la Tobin tax.
Cosa intende dire?
In sé è una buona idea. Ma se non viene condivisa da tutti, se non c'è uno scatto in avanti della politica che la impone a livello planetario non ha senso. Può essere aggirata sempre e comunque, passando per qualche isola del Caimano.
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