Ciancimino jr: «Per mio padre Berlusconi
era la più grossa vittima della mafia»
«Mi disse che certa gente si era accreditata con forza
alla sua corte per poi condizionarne le scelte»
Massimo Ciancimino |
IL SIGNOR FRANCO - Ciancimino jr parla anche del cosiddetto "signor Franco", «l'uomo dei servizi sempre vicino a mio padre», «il burattinaio sfuggente e occulto dell'intera attività politica e imprenditoriale» dell'ex sindaco di Palermo. «Io so chi è - afferma - ma è rischioso raccontare cose di cui non si hanno supporti cartacei. Di cose ne so tante, che non ho scritto sul libro, su Franco e anche su altri illustri personaggi, ma quando tocchi livelli così alti devi avere una documentazione a supporto. Il rischio è quello di lasciare a mio figlio, in caso contrario, l'eredità di un padre mitomane». Quello stesso figlio «al quale devo spiegare perché mi arrivano cinque proiettili di kalashnikov» e perché «continuano ad arrivarmi nuove minacce ogni giorno».
«MIO PADRE AMMAZZATO» - A proposito della morte del padre, Ciancimino jr afferma di avere «la certezza che sia stato ammazzato». «Mio padre, dopo aver fatto un verbale con il dottore Ingroia e il dottor Caselli - ricorda - su mia sollecitazione, non credendo alla concretezza delle istituzioni della lotta alla mafia, disse proprio a Caselli: 'io sono famoso per il mio cognome, e perché mantengo quello che dico: quando le riuscirà a condannare anche il senatore Andreotti anche a un solo giorno di carcere, dopo 24-48 ore mi chiami e cominceremo a parlare del terzo livello. Andreotti - conclude Ciancimino - fu condannato a Perugia il 18 novembre del 2002, mio padre morì il giorno dopo, non ha avuto nemmeno 24 ore. E io che gli avevo parlato la sera e l'avevo trovato tranquillo, l'ho ritrovato il giorno dopo in un sacco di juta, con la casa chiusa e l'autopsia già eseguita».
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