G8, spunta un assegno di Anemone
25 mila euro alla moglie di Bertolaso
Perugia, la Procura analizza i conti del capo della Protezione civile. Il pagamento scoperto quasi casualmente dai carabinieri del Ros. Il sottosegretario non ne aveva mai accennato
UN ASSEGNO di 25 mila euro dal gruppo Anemone per la moglie di Guido Bertolaso. Una fattura emessa dalla signora Gloria Piermarini e pagata dalla società di Diego Anemone. Si tratterebbe del pagamento per una consulenza per lavori di giardinaggio presso il Salaria Sport Village di Roma. Ma Bertolaso, già indagato per corruzione nell'inchiesta che ha coinvolto i gestori dei miliardari appalti del G8 della Maddalena, dei Grandi Eventi e di altre opere pubbliche, non vuole correre il rischio di essere coinvolto in un altro scandalo. Già troppe difficoltà gli aveva provocata la scoperta che il cognato, il fratello della moglie, aveva ottenuto una "consulenza" per i lavori del G8 alla Maddalena.
Altrettanti imbarazzi gli avevano causato i "massaggi" che facevano "vedere le stelle", sempre presso il Salaria Sport Village, e che, sostiene, avrebbe pagato regolarmente. E infine il sospetto mai provato fino a ora, di avere ricevuto soldi in contanti. Che sarebbero stati prelevati dalla cassaforte di "Don Bancomat", il sacerdote della Congregazione dei Missionari del preziosissimo sangue, che gestiva una cassa di fondi neri che servivano, come ha accertato l'indagine della Procura di Firenze e di Perugia, a pagare tangenti ai funzionari pubblici della struttura guidata da Guido Bertolaso, per i grandi lavori del G8.
E così ieri, quando è venuto a conoscenza del fatto che un paio di quotidiani sapevano, ed avrebbero scritto, di un pagamento fatto da Diego Anemone a sua moglie, per una "consulenza" per la realizzazione di un giardino del "Salaria Sport Village", il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, ha deciso di anticipare i tempi. E in fretta e furia, "autorizzato" da Silvio Berlusconi, ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Chigi.
È stato per questa ragione che Guido Bertolaso ha convocato la conferenza stampa, ufficialmente dichiarando di voler dare una risposta alla trasmissione "Annozero". "Sognavo di poter commentare con voi l'archiviazione o lo stralcio della mia posizione dall'inchiesta penale in corso. Ma probabilmente questa si protrarrà nel tempo Ho totale fiducia - sottolinea - nei magistrati, in particolare in quelli di Perugia, che non sono però fonte della vicenda che nasce in un altro luogo ed è stata gestita strumentalizzando la fonte primaria delle indagini, cioè le intercettazioni, facendo apparire quello che di fatto non è".
Ma come mai, fino ad ora, ci si chiede, Guido Bertolaso non ha fatto cenno dei rapporti di "consulenze" dei suoi familiari, di sua moglie e del cognato, con il costruttore Diego Anemone? Ne ha parlato con i magistrati di Perugia di questa "consulenza" della moglie? Ne ha parlato solo ieri perché un cronista del "Il Giornale" lo ha chiamato chiedendogli conferma della fattura pagata alla moglie dal costruttore Diego Anemone. A quel punto dopo essersi consultato con i suoi "consulenti" (e con Silvio Berlusconi, come lui stesso ha svelato) ha deciso che la via migliore era quella di rivelare, lui per primo, la notizia. Anticipando, appunto, la pubblicazione sui giornali, del fatto che i carabinieri avevano ritrovato, casualmente, un assegno un bonifico intestato alla moglie Gloria Piermarini. E così ha convocato la conferenza stampa.
Anche ieri Guido Bertolaso aveva ha adottato la strategia difensiva di sempre, respingendo ogni accusa e ogni sospetto. Il primo quello degli ormai famosi massaggi rilassanti al "Salaria Sport Village", dieci con "Francesca" ed uno con "Monica", la brasiliana che gli ha fatto "vedere le stelle". "Certo - spiega Bertolaso - mi ha fatto vedere le stelle perché mi ha 'sconocchiato', come si dice a Roma, facendomi un massaggio estremamente valido, non per prestazioni sessuali". Prestazioni che ha regolarmente pagato, dice Bertolaso.
La "consulenza della moglie per il rifacimento del giardino del Salaria Sport Village" di proprietà di Diego Anemone ed Angelo Balducci, che proprio dalla Protezione Civile hanno gestito ed ottenuto decine di appalti di milioni e milioni di euro, non è l'unica nuova scoperta fatta dai magistrati perugini e dai carabinieri del Ros. Gli investigatori concentrano la loro attenzione sul 21 settembre del 2009, quando furono registrate le telefonata intercorse tra Bertolaso e Diego Anemone, e tra quest'ultimo e "don Bancomat", al quale l'imprenditore chiedeva con urgenza di recuperargli soldi in contanti, perché doveva incontrarsi con Guido Bertolaso a Piazzale Ungheria a Roma. Dalle intercettazioni telefoniche fin qui note sembrava che "Don Bancomat" rispondendo alle richieste di contanti da parte di Anemone, non fosse riuscito a recuperarli. Invece gli investigatori hanno scoperto che subito dopo le conversazioni telefoniche Don Evaldo Biasini era riuscito a recuperare, in contanti, prima 10 mila e subito dopo altri 50 mila euro.
Non è stato mai provato che Anemone abbia prelevato e consegnato a Bertolaso 50 mila euro in contanti, ma dalla lettura del "registro" delle "entrate" ed "uscite" che il sacerdote annotava scrupolosamente, si è scoperto adesso che il 22 settembre del 2009 il sacerdote era riuscito a consegnare quei 50 mila euro. "Anemone ritira cash per 50 mila euro".
Bertolaso nega che fossero destinati a lui, ma carabinieri e Guardia di finanza da qualche tempo hanno avuto la delega dalla Procura della Repubblica di Perugia di controllare i conti del capo della Protezione Civile e gli investigatori sospettano che, come i due principali componenti della banda d'affari, Angelo Balducci e Claudio Rinaldi, anche Guido Bertolaso abbia dei conti all'estero.
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