«Abbiamo rimesso barca su giusta rotta. Le critiche della Marcegaglia? Suggerisco di leggerla bene»
MILANO - «Abbiamo rimesso la barca sulla giusta rotta», dando «una risposta immediata ad una crisi improvvisa». Così Silvio Berlusconi si è soffermato sulla manovra in un collegamento telefonico con Maurizio Belpietro su Canale 5 durante la trasmissione «Mattino 5». «Non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani e abbiamo fatto una manovra efficace», dice il presidente del Consiglio. «Non abbiamo fatto nessuna macelleria sociale. Abbiamo solo preso provvedimenti inevitabili, poiché da anni l'Italia viveva al di sopra delle proprie possibilità». «Non ci sono stati tagli alla sanità nè alle pensioni. Abbiamo solo chiesto a chi ha maturato il diritto al pensionamento di ritardare qualche mese e abbiamo chiesto ai dipendenti pubblici un atto di consapevolezza, cioè di stare fermi un giro con gli aumenti». «Possiamo guardare con fiducia al futuro» garantisce Silvio Berlusconi. «È in atto una ripresa dei consumi, delle esportazioni, della produzione - afferma il premier - ci sono dunque segnali positivi».
FEDERALISMO - La crisi rallenterà l'attuazione del federalismo fiscale? I decreti attuativi del federalismo fiscale «ci saranno nei tempi richiesti». Il presidente del Consiglio esclude così la possibilità di ritardi legati alla crisi economica. Comunque, «per non lasciare spazio ai retropensieri -aggiunge- abbiamo deciso di varare una commissione all'interno del Pdl, che concluderà il suo esame entro l'estate».
MARCEGAGLIA - Il giornalista gli ha chiesto delle critiche da parte del presidente diConfindustria Emma Marcegaglia che ritiene la manovra priva di riforme strutturali e che non rilancia lo sviluppo. «Suggerisco di leggere con maggiore attenzione i 54 articoli della manovra, a partire dal primo capitolo sulla competitività economica e sostenibilità finanziaria», ribatte indirettamente il presidente del Consiglio. «Ci sono norme che introducono rilevanti novità strutturali, proprio in chiave di sviluppo - respingendo al mittente le critiche - ci sono i contratti di produttività, cioè gli aumenti di salario collegati all'incremento di efficienza delle imprese. C'è la fiscalità di vantaggio per le nuove imprese, le zone a zero burocrazia nel Sud. E soprattutto la riforma più strutturale di tutte che è il rafforzamento della lotta all'evasione fiscale, oltre all'abolizione degli Enti inutili e all'accorpamento di altri».
DISSENSO NEL PDL - Argomento divisione con i finiani. «Non c'è mai stato dissenso nel governo né credo ci sarà in Parlamento: il Pdl è assolutamente compatto e lo stesso presidente della Camera ha tenuto a rimarcarlo» ha detto il premier sostenendo che «anche la Lega, come sempre alleato forte e leale, appoggia la manovra con convinzione». «Quindi - ha aggiunto - non vedo problemi».
IL MILAN - Infine il calcio: «Io non riesco a capire questa domanda» ha detto Berlusconi a Belpietro che gli chiedeva numi sull'eventualità di vendita della società rossonera. «Sono la persona che ha fatto la storia del Milan, l'ho portato a vincere più trofei di quelli che ha vinto Real Madrid. Il Milan è la squadra che ha vinto più trofei nella storia del calcio e io sono il presidente che ha vinto più trofei. Il secondo dopo di me è Bernabeu, che ha uno stadio a lui dedicato a Madrid». «Al Milan ho sempre dato molta attenzione, ho fatto molti sacrifici per il Milan - dice ancora Berlusconi - e se qualcuno pensa che la mia famiglia non abbia dato al Milan sufficienti finanziamenti dico che negli ultimi anni abbiamo sempre speso più di 50 milioni all'anno. Anche troppo mi sembra».
FEDERALISMO - La crisi rallenterà l'attuazione del federalismo fiscale? I decreti attuativi del federalismo fiscale «ci saranno nei tempi richiesti». Il presidente del Consiglio esclude così la possibilità di ritardi legati alla crisi economica. Comunque, «per non lasciare spazio ai retropensieri -aggiunge- abbiamo deciso di varare una commissione all'interno del Pdl, che concluderà il suo esame entro l'estate».
MARCEGAGLIA - Il giornalista gli ha chiesto delle critiche da parte del presidente diConfindustria Emma Marcegaglia che ritiene la manovra priva di riforme strutturali e che non rilancia lo sviluppo. «Suggerisco di leggere con maggiore attenzione i 54 articoli della manovra, a partire dal primo capitolo sulla competitività economica e sostenibilità finanziaria», ribatte indirettamente il presidente del Consiglio. «Ci sono norme che introducono rilevanti novità strutturali, proprio in chiave di sviluppo - respingendo al mittente le critiche - ci sono i contratti di produttività, cioè gli aumenti di salario collegati all'incremento di efficienza delle imprese. C'è la fiscalità di vantaggio per le nuove imprese, le zone a zero burocrazia nel Sud. E soprattutto la riforma più strutturale di tutte che è il rafforzamento della lotta all'evasione fiscale, oltre all'abolizione degli Enti inutili e all'accorpamento di altri».
DISSENSO NEL PDL - Argomento divisione con i finiani. «Non c'è mai stato dissenso nel governo né credo ci sarà in Parlamento: il Pdl è assolutamente compatto e lo stesso presidente della Camera ha tenuto a rimarcarlo» ha detto il premier sostenendo che «anche la Lega, come sempre alleato forte e leale, appoggia la manovra con convinzione». «Quindi - ha aggiunto - non vedo problemi».
IL MILAN - Infine il calcio: «Io non riesco a capire questa domanda» ha detto Berlusconi a Belpietro che gli chiedeva numi sull'eventualità di vendita della società rossonera. «Sono la persona che ha fatto la storia del Milan, l'ho portato a vincere più trofei di quelli che ha vinto Real Madrid. Il Milan è la squadra che ha vinto più trofei nella storia del calcio e io sono il presidente che ha vinto più trofei. Il secondo dopo di me è Bernabeu, che ha uno stadio a lui dedicato a Madrid». «Al Milan ho sempre dato molta attenzione, ho fatto molti sacrifici per il Milan - dice ancora Berlusconi - e se qualcuno pensa che la mia famiglia non abbia dato al Milan sufficienti finanziamenti dico che negli ultimi anni abbiamo sempre speso più di 50 milioni all'anno. Anche troppo mi sembra».
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