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21 mag 2010

Anche gli USA pressano sulle intercettazioni: "Necessarie"

Intercettazioni, è ancora polemica
Gli Usa: strumento indispensabile
Manifestazione contro la legge sulle intercettazioni organizzata dal Popolo Viola e IdV in piazza Montecitorio


Sit-in a Roma. L'Fnsi convoca
i direttori dei principali giornali.
Montezemolo: "Ha ragione Sky"
ROMA
Resta alta la polemica sulle intercettazioni nonostante la prima parziale marcia indietro della maggioranza sul ddl. Il relatore del provvedimento in discussione al Senato ha annunciato il ritiro dell'emendamento che inaspriva le pene per i giornalisti responsabili della pubblicazione di notizie "proibite" sulle inchieste giudiziarie. Passo giudicato «insufficiente» dal Pd e da Di Pietro. 

Scendono in campo addirittura gli Stati Uniti. «Non vorremmo mai che succedesse qualcosa che impedisse ai magistrati italiani di fare l'ottimo lavoro svolto finora: le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini» nella lotta alla mafia, dice in una conferenza stampa all'ambasciata a Roma il sottosegretario al Dipartimento di Giustizia con delega alla criminalità organizzata internazionale Lanny A. Brauer. «La legislazione italiana finora è stata molto efficace. Non vorremmo che accadesse qualcosa che impedisca» l'ottimo lavoro della magistratura italiana, spiega Brauer, evidenziando «l'eccellente collaborazione» tra Italia e Stati Uniti nella lotta alla criminalità organizzata. 

Contro le norme contenute nel ddl, che «rappresentano un grave attacco alla libertà di stampa e di espressione», è sceso in campo anche un gigante dell'informazione come Sky, che in una nota ha annunciato che «chiederà un intervento a tutte le autorità internazionali competenti, anche ricorrendo presso la Corte europea dei diritti dell'Uomo». Sull'argomento è intervenuto questa mattina anche Montezemolo: «Condivido la linea degli editori, e ho visto anche come un editore importante e innovativo come quello di Sky, segnalino un'anomalia rispetto ad altri paesi europei. Quindi credo che ci sia la necessità di parlare e, da un lato, tutelare la privacy poichè la pratica delle intercettazioni non è più accettabile nei confronti dei singoli cittadini, e dall'altra però utilizzare lo strumento fondamentale in tante indagini e processi». 

Lla Federazione nazionale della stampa chiama intanto a raccolta per lunedì i direttori delle principali testate italiane per parlare della legge sulle intercettazioni: «La notizia prima di tutto, fermiamo la legge bavaglio», è lo slogan dell'iniziativa. Si confronteranno, tra gli altri, su questo tema Ferruccio De Bortoli, Mario Calabresi, Gianni Riotta, Ezio Mauro, Vittorio Feltri, Concita De Gregorio e Norma Rangeri. Il direttore del Giornale Feltri ha criticato duramente in un editoriale il provvedimento sulle intercettazioni per quanto riguarda la parte dedicata alla divulgazione di quelle telefoniche: si tratta, sostiene, «di un attentato alla libertà di stampa e non potrà passare al vaglio della Corte Costituzionale, mi auguro». «Si parla di galera per i giornalisti ficcanaso, multe ingenti agli editori - prosegue Feltri - per fortuna non sono previste pene corporali. Ma gli effetti della disciplina saranno devastanti per la democrazia». 

Anche i finiani intanto prendono le distanze dal ddl. «Stiamo però attenti a non gettare con l'acqua sporca anche il bambino, limitando l'uso di questo strumento d'indagine e comprimendo la libertà di stampa e quindi anche il diritto degli italiani di conoscere cosa sta accadendo, specialmente nel caso di personaggi pubblici», scrive il Italo Bocchino sul sito di Generazione Italia. «Il testo del ddl - riconosce Bocchino - è migliorato al Senato rispetto alla Camera, ma si può e si deve fare di più. La parte relativa all'uso delle intercettazioni nelle indagini è certamente condivisibile, anche siamo convinti che sia ancora perfettibile. È vero che vi è stato un abuso da parte dei magistrati, dato che tanti di essi hanno visto le intercettazioni come unico strumento di indagine. Eppure ancora oggi siamo convinti che ci troviamo dinanzi comunque a uno strumento utilissimo per affermare la Giustizia».

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