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19 giu 2014

WikiLeaks: ecco l'accordo segreto per il liberismo selvaggio

Si chiama Tisa (Trade in services agreement) il documento che
l'Espresso è in grado di rivelare grazie all'organizzazione di
Assange. Un trattato internazionale di lobby e governi per
liberalizzare i servizi: dalla finanza ai dati personali, dalla sanità
alle assicurazioni. Sarebbe la vittoria definitiva della finanza sulla
politica

Un trattato internazionale che potrebbe avere enormi conseguenze per
lavoratori e cittadini italiani e, in generale, per miliardi di
persone nel mondo, privatizzando ancora di più servizi fondamentali,
come banche, sanità, trasporti, istruzione, su pressione di grandi
lobby e multinazionali. Un accordo che viene negoziato nel segreto
assoluto e che, secondo le disposizioni, non può essere rivelato per
cinque anni anche dopo la sua approvazione.

L'Espresso è in grado di rivelare parte dei contenuti del trattato
grazie a WikiLeaks, l'organizzazione di Julian Assange, che lo
pubblica in esclusiva con il nostro giornale e con un team di media
internazionali, tra cui il quotidiano tedesco "Sueddeutsche Zeitung".
Una pubblicazione che avviene proprio in occasione dell'anniversario
dei due anni che Julian Assange ha finora trascorso da recluso
nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, come ricorda l'organizzazione .

GUARDA IL DOCUMENTO IN ESCLUSIVA

Si chiama "Tisa", acronimo di "Trade in services agreement", ovvero
"accordo di scambio sui servizi". E' un trattato che non riguarda le
merci, ma i servizi, ovvero il cuore dell'economia dei paesi
sviluppati, come l'Italia, che è uno dei paesi europei che lo sta
negoziando attraverso la Commissione Europea. Gli interessi in gioco
sono enormi: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro
nel mondo e produce il 70 per cento del prodotto interno lordo
globale. Solo negli Stati Uniti rappresenta il 75 per cento
dell'economia e genera l'80 per cento dei posti di lavoro del settore
privato. L'ultimo trattato analogo è stato il Gats del 1995.

A sedere al tavolo delle trattative del Tisa sono i paesi che hanno i
mercati del settore servizi più grandi del mondo: Stati Uniti,
Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell'Unione Europea, più
Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan,
Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay,
Cile, Colombia, Messico e Costa Rica. Con interessi in ballo
giganteschi: gli appetiti di grandi multinazionali e lobby sono
enormi.

La più aggressiva è la "Coalition of Services Industries", lobby
americana che porta avanti un'agenda di privatizzazione dei servizi,
dove Stati e governi sono semplicemente visti come un intralcio al
business: «Dobbiamo supportare la capacità delle aziende di competere
in modo giusto e secondo fattori basati sul mercato, non sui governi»,
scrive la Coalition of Services Industries nei suoi comunicati a
favore del Tisa, documenti che sono tra i pochissimi disponibili per
avere un'idea delle manovre in corso.

Bozze del trattato, informazioni precise sulle trattative non ce ne
sono. Per questo il documento che oggi l'Espresso può rivelare,
pubblicato da WikiLeaks, è importante. Per la prima volta dall'inizio
delle trattative Tisa viene reso pubblico il testo delle negoziazioni
in corso sulla finanza: servizi bancari, prodotti finanziari,
assicurazioni. Il testo risale al 14 aprile scorso, data dell'ultimo
incontro negoziale – il prossimo è previsto a giorni: dal 23 al 27
giugno – ed è un draft che rivela le richieste delle parti che stanno
trattando, mettendo in evidenza le divergenze tra i vari paesi, come
Stati Uniti e Unione Europea, e quindi rivelando le diverse ambizioni
e agende nazionali.

Segretezza. A colpire subito è la prima pagina del file, che spiega
come il documento debba restare segreto anche se può essere discusso
utilizzando canali non protetti: «Questo documento deve essere
protetto dalla rivelazione non autorizzata, ma può essere inviato per
posta, trasmesso per email non secretata o per fax, discusso su linee
telefoniche non sicure e archiviato su computer non riservati. Deve
essere conservato in un edificio, stanza o contenitore chiusi o
protetti». E il documento potrà essere desecretato «dopo cinque anni
dall'entrata in vigore del Tisa e, se non entrerà in vigore, cinque
anni dopo la chiusura delle trattative».

Pare difficile credere che, nonostante la crisi senza precedenti che
ha travolto l'intera economia mondiale, distruggendo imprese,
cancellando milioni di posti di lavoro e, purtroppo, anche tante vite
umane, le nuove regole finanziarie mondiali vengano decise in totale
segretezza. Ma una spiegazione c'è: Tisa è l'eredità del "Doha Round",
la serie di negoziati iniziati a Doha, Qatar, nel 2001, e condotti
all'interno dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), per la
globalizzazione e la liberalizzazione dell'economia, che ha scatenato
proteste massicce in tutto il mondo e che è fallito nel 2011, dopo
dieci anni di trattative che hanno visto contrapposti il mondo
sviluppato, Stati Uniti, Giappone Unione Europea, e quello in via di
sviluppo, India, Cina, America Latina.

Con il fallimento del Doha Round, gli Stati Uniti e i paesi che
spingono per globalizzazione e liberalizzazioni, hanno spostato le
trattative in un angolo buio (impossibile definirlo semplicemente
discreto, vista la segretezza che avvolge le negoziazioni e il testo
dell'accordo), lontano dall'Organizzazione mondiale del Commercio, per
sfuggire alle piazze che esplodevano in massicce, e a volte minacciose
e violente, proteste no global. Il risultato è il Tisa, di cui nessuno
parla e di cui pochissimi sanno. Eppure questo accordo condizionerà le
vite di miliardi di persone.

Cosa prevede il Tisa? Impossibile capirlo con certezza fino a quando
l'intera bozza dell'accordo non sarà disponibile, ma il draft sui
servizi finanziari rivelato oggi da WikiLeaks rivela un trend
chiarissimo. «Il più grande pericolo del Tisa è che fermerà i
tentativi dei governi di rafforzare le regole nel settore
finanziario», spiega Jane Kelsey, professoressa di legge
dell'Università di Auckland, Nuova Zelanda, nota per il suo approccio
critico alla globalizzazione. «Il Tisa è promosso dagli stessi governi
che hanno creato nel Wto il modello finanziario di deregulation che ha
fallito e che è stato accusato di avere aiutato ad alimentare la crisi
economica globale», sottolinea Kelsey. «Un esempio di quello che
emerge da questa bozza filtrata all'esterno dimostra che i governi che
aderiranno al Tisa rimarranno vincolati ed amplieranno i loro attuali
livelli di deregolamentazione della finanza e delleliberalizzazioni,
perderanno il diritto di conservare i dati finanziari sul loro
territorio, si troveranno sotto pressione affinché approvino prodotti
finanziari potenzialmente tossici e si troveranno ad affrontare azioni
legali se prenderanno misure precauzionali per prevenire un'altra
crisi».

Il tesoro dei dati. L'articolo undici del testo fatto filtrare da
WikiLeaks non lascia dubbi su come i dati delle transazioni
finanziarie siano al centro delle mire e delle agende dei Paesi che
trattano il Tisa. Nel testo, Unione Europea, Stati Uniti e Panama,
noto paradiso fiscale, portano avanti proposte diverse. L'Europa
richiede che «nessun paese parte delle trattative adotti misure che
impediscano il trasferimento o l'esame delle informazioni finanziarie,
incluso il trasferimento di dati con mezzi elettronici, da e verso il
territorio del paese in questione». L'Unione europea precisa che,
nonostante questa condizione, il diritto da parte di uno Stato che
aderisce al Tisa di proteggere i dati personali e la privacy rimarrà
intatto «a condizione che tale diritto non venga usato per aggirare
quanto prevede questo accordo». Panama, invece, mette le mani avanti e
chiede di specificare che « un paese parte dell'accordo non sia tenuto
a fornire o a permettere l'accesso a informazioni correlate agli
affari finanziari e ai conti di un cliente individuale di
un'istituzione finanziaria o di un fornitore cross-border di servizi
finanziari». Gli Stati Uniti, invece, sono netti: i paesi che
aderiscono all'accordo permetteranno al fornitore del servizio
finanziario di trasferire dentro e fuori dal loro territorio, in forma
elettronica o in altri modi, i dati. Punto. Nessuna precisazione sulla
privacy, da parte degli Stati Uniti.

Quello che colpisce di questo articolo del Tisa sui dati è che risulta
in discussione proprio mentre nel mondo infuria il dibattito sui
programmi di sorveglianza di massa della Nsainnescato da Edward
Snowden, programmi che permettono agli Stati Uniti di accedere a
qualsiasi dato: da quelli delle comunicazioni a quelli finanziari. Ma
mentre la Nsa li acquisisce illegalmente, nel corso di operazioni
segrete d'intelligence e quindi la loro utilizzabilità in sede
ufficiale e di contenziosi è limitata, con il Tisa tutto sarà
perfettamente autorizzato e alla luce del sole.

In altre parole, il Tisa rende manifesto che la stessa Europa - che
ufficialmente ha aperto un'indagine sullo scandalo Nsa in sede di
'Commissione sulle libertà civili, la giustizia e gli affari interni'
del Parlamento Europeo (Libe) - sta contemporaneamente e
disinvoltamente trattando con gli Stati Uniti la cessione della
sovranità sui nostri dati finanziari per ragioni di business. E sui
dati, i lobbisti americani della 'Coalition of services industries',
che spingono per il Tisa, non sembrano avere dubbi: «Con il progresso
nella tecnologia dell'informazione e delle comunicazioni, sempre più
servizi potranno essere forniti all'utente per via elettronica e
quindi le restrizioni sul libero flusso di dati rappresentano una
barriera al commercio dei servizi in generale».

Fino a che punto può arrivare il Tisa? Davvero arriverà a investire
servizi fondamentali come l'istruzione e la sanità? L'Espresso ha
contattato 'Public Services International', (Psi) una federazione
globale di sindacati che rappresentano 20 milioni di lavoratori nei
servizi pubblici di 150 paesi del mondo. L'italiana Rosa Pavanelli,
prima donna alla guida del Psi dopo una vita alla Cgil, non sembra
avere dubbi che le negoziazioni del Tisa mirano a investire tutti i
servizi, non solo quelli finanziari, quindi anche «sanità, istruzione
e tutto il discorso della trasmissione dei dati». E per l'Italia chi
sta trattando? «L'Italia, come la maggior parte dei paesi europei, ha
delegato alla Commissione europea», spiega sottolineando la «grande
segretezza intorno al Tisa». Daniel Bertossa, che per Public Services
International sta cercando di seguire e analizzare le trattative,
racconta a l'Espresso che, anche se nessuno lo ha reso noto, «per
ragioni tecniche che hanno a che fare con il Wto, noi sappiamo che il
Tisa punta a investire tutti i servizi e i paesi che stanno negoziando
sono molto espliciti sul fatto che vogliono occuparsi di tutti i
servizi». Perfino quelli nel settore militare che «sempre più fa
ricorso al privato», spiega Bertossa, sottolineando quanto sia
problematica la riservatezza intorno ai lavori del trattato e il fatto
che sia condotto al di fuori del Wto, che,«pur con tutti i suoi
problemi, perlomeno permette a tutti i paesi di partecipare alle
negoziazioni e rende pubblico il testo delle trattative». Invece, per
sapere qualcosa del Tisa c'è voluta WikiLeaks. Ai signori del mercato,
stavolta, è andata male.

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