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19 set 2012

Un italiano su tre vive con mamma e papà. E 7,7 milioni pranzano con la «schiscetta»

Avere parenti, negozi e servizi vicino a casa. Con un occhio attento alla tipicità del territorio in cui si vive e all'autenticità nel rapporto con il cibo. Magari da cercare attraverso community sul web per confrontare qualità e prezzi. Sono questi i comportamenti «virtuosi» sempre più ricercati dagli italiani, come evidenzia il Rapporto Coldiretti-Censis «Vivere insieme, vivere meglio» presentato oggi a Roma alla presenza del ministro delle Politiche agricole, Mario Catania. Non solo segnali di una crisi economica che tuttora pesa sulle famiglie, indicano l'organizzazione agricola e l'istituto di ricerca socio-economica, ma anche elementi distintivi dell'identità nazionale che «salvano» i cittadini. E in questo quadro il mondo agricolo, facendo leva su valori come la famiglia e il legame con il territorio, conferma di avere una primaria responsabilità sociale, verso il consumatore, la società e l'ambiente.

Un italiano su tre vive con mamma e papà 
Il rapporto evidenzia che un terzo degli italiani di tutte le fasce di età (oltre il 31%) coabita con la madre o con il padre e oltre il 40% vive a non più di 30 minuti dall'abitazione dei genitori. La solidità dei legami familiari è confermata dal fatto che più della metà degli italiani (il 54%) vive in prossimità di parenti stretti, massimo a mezz'ora a piedi dalla propria abitazione.

L'85% fa la spesa sotto casa 
Un bisogno di vicinanza che si evince anche da un 85% di cittadini che continua a fare la spesa alimentare quotidiana sotto casa, più spesso nei piccoli e spesso antieconomici negozi di quartiere, che tuttavia svolgono un importante ruolo sociale.

Vivono da sole 7,4 milioni di persone 
In Italia vivono da sole 7,4 milioni di persone, con un aumento del 24% tra il 2006 e il 2011, con punte del 54% in Sardegna, del 45% in Abruzzo, del 42% in Umbria. Il momento di fare la spesa è dunque quello più importante per parlare e stringere rapporti. Superando quanti vicino a casa si dedicano ad attività spirituali (il 76,6% del totale), si sottopongono a visite mediche (71,6%), cercano la scuola per i figli (65,2%) e centri per la cura del corpo (54,2%).

Anche i maschi davanti ai fornelli 
Coldiretti e Censis raccontano che con la crisi gli italiani hanno riscoperto poi il piacere di stare a casa e di preparare gustosi menu per parenti e amici, soprattutto nei giorni festivi durante i quali si raggiunge il record di oltre un'ora (69 minuti) davanti ai fornelli. Dall'indagine emerge che ogni anno gli italiani, in media, dedicano alla preparazione dei pasti un tempo pari a 11 giorni. Un interesse che riguarda anche i maschi (8 giorni), nonostante la cucina «sia donna», con un ritorno al suo ruolo centrale nella vita delle famiglie.

In ufficio con la «schiscetta» 
La riscoperta del fai-da-te in cucina si riflette anche nel fatto che 7,7 milioni di italiani si portano al lavoro cibo preparato in casa, e di questi 3,7 milioni dichiarano di farlo regolarmente. Il 15% si porta la «gavetta» o la «schiscetta» in ufficio per risparmiare, ma anche per essere sicuro della qualità del pranzo o, semplicemente, perché preferisce ricordare sapori e profumi casalinghi.

Uno su tre cerca sul web i prezzi del cibo più convenienti 
E poi c'è un 29% di italiani che dichiara di fare ricerche sul web per confrontare qualità e prezzi dei cibi. Un fenomeno che riguarda 15 milioni di persone, di cui 415mila dichiarano di partecipare regolarmente a community online centrate sul cibo.

Le famiglie sono attente al risparmio 
Certo, la crisi colpisce un po' tutti. E, come ha detto il ministro Catania, «una drammatica difficoltà si riverbera anche sugli acquisti di prodotti alimentari. Le famiglie sono più attente, tendono a risparmiare di più e a sprecare di meno». Per il resto, ha aggiunto il ministro, «spero che la crisi allenti la morsa il primo possibile e che le famiglie possano tornare ad avere una relazione più serena con gli acquisti alimentari». 

Marini: cucinare in casa aiuta a risparmiare 
«La struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare – ha spiegato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini – viene considerata superata mentre si è dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini».
D'altra parte, ha osservato Marini, «preparare in casa il pane, la pasta, le conserve, lo yogurt e le confetture, oltre a essere divertente e salutare aiuta a risparmiare e a garantirsi la qualità degli ingredienti utilizzati». E non a caso, «l'attenzione per la cucina e la qualità dell'alimentazione trova riscontro nel boom degli acquisti di prodotti locali a chilometro zero dagli agricoltori che garantiscono una maggiore freschezza e genuinità delle ricette. Una formula di successo – ha sottolineato il presidente della Coldiretti – che garantisce la migliore qualità al giusto prezzo, perché si tagliano le intermediazioni e si accorcia la filiera».

De Rita: c'è un ritorno al territorio, alla vita comune, all'agricoltura 
Insomma, come ha commentato il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, «c'è uno spostamento di ottica, alcune volte impercettibile, verso il ritorno sul territorio, alla vita in comune, all'agricoltura, alla cultura enogastronomica. Un fenomeno che indica una società che si riposiziona ripartendo da se stessa».

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