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13 giu 2012

L'India è il posto peggiore per le donne Il migliore è il Canada. Italia ottava


Un studio sui Paesi del G20: italiane penalizzate
per accesso al lavoro, diseguaglianze familiari e abusi

Operaie al lavoro in una fabrica di Samakhiali , in IndiaOperaie al lavoro in una fabrica di Samakhiali , in India
L'India ha avuto una donna a capo del governo già nel 1966. Oggi due delle più importanti figure politiche del Paese sono donne: la presidente Pratibha Patil, e la leader del principale partito, l'italiana (di origine) Sonia Ghandi. L'India, ancora oggi, è il posto peggiore in cui nascere donne.

LA CLASSIFICA - È quanto emerge da una ricerca del TrustLaw della Thomson Reuters Foundation sui Paesi del G20, realizzata tra 370 specialisti di questioni di genere e resa pubblica in previsione del G20 in programma in Messico il 18 e 19 giugno. Il paese migliore è invece il Canada, seguito da Germania, Gran Bretagna, Australia e Francia. In fondo alla classifica delle 20 nazioni più industrializzate ci sono Messico, Sud Africa, Indonesia, Arabia Saudita e, appunto, India. L'Italia è circa a metà e si colloca all'ottavo posto

L'ITALIA - Tra i punti critici del nostro Paese TrustLaw cita l'accesso al lavoro, le disuguaglianze in famiglia e gli abusi. Le italiane dedicano ai lavori domestici tre ore in più al giorno degli uomini. E un milione e duecentomila donne, riportava l'Istat nel 2009, sono state vittime di molestie sessuali sul posto di lavoro. Il rapporto cita Daniela Colombo dell'Associazione italiana donne per lo sviluppo: «Nonostante gli enormi progressi degli ultimi 40 anni, le donne sono ancora discriminate sul lavoro: hanno tassi minori di occupazione, salari più bassi , poco accesso ai ruoli manageriali. E sono vittime di violenza di genere: c'è stato un aumento dei femmincidi», gli omicidi basati sul genere. Niente, però, rispetto agli abusi e alle discriminazioni che subiscono le indiane.

ABORTI E OMICIDI - Nel subcontinente indiano c'è un'enorme differenza tra le città e le aree più sviluppate e le zone rurali, soprattutto del Nord, in cui le disuguaglianze di genere sono più marcate per il peso dei ruoli tradizionali. Gran parte della popolazione vive proprio in queste regioni. «È un miracolo che una donna sopravviva. Ancora prima di nascere ha molte probabilità di essere abortita, a causa dell'ossessione diffusa di avere figli maschi - spiega Shemeer Padinzjharedil, di Mpas4aid.com, un sito che documenta i crimini contro le donne -. Se ce la fa, corre il rischio di subire abusi domestici, di essere stuprata, costretta a sposarsi da bambina o uccisa per la dote». Secondo uno studio di «Lancet», negli ultimi 30 anni in India sono state sottoposte ad aborto selettivo 12 milioni di bambine. E una donna viene uccisa ogni ora per impossessarsi della sua dote (sono i dati relativi al 2010 dell'Ufficio nazionale indiano per le statistiche sul crimine). In molte casi le vittime vengono coperte con il cherosene usato nelle cucine delle case più povere e bruciate vive: le loro morti vengono fatte passare per incidenti domestici. Il 45% delle indiane, inoltre, viene costretta a sposarsi prima dei 18 anni di età. E il 51% degli uomini e il 54% delle donne giustificano il fatto che un marito possa picchiare la moglie.

LE ALTRE STATISTICHE - Lo studio di TrustLaw è basato sulle valutazioni degli esperti. Ma i dati statistici dell'Onu lo confermano: secondo l'Indice di disuguaglianza di genere (Gender Inequality Index) Indonesia, India e Arabia Saudita sono i Paesi che discriminano di più le donne. «L'India è molto povera, l'Arabia Saudita molto ricca. Ma hanno una cosa in comune: a meno di non avere altri privilegi, ti aspetta un futuro molto diverso se hai due cromosomi X o almeno un cromosoma Y», dice Nicholas Kristof, autore di «L'altra metà del cielo: come trasformare l'oppressione in opportunità per le donne».

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