Finto profilo Facebook fa litigare i democratici
La vicenda, che ieri ha raggiunto una (prima?) conclusione, inizia una settimana fa sull'edizione online dell' Avanti . Lì Martina pubblica un pezzo di satira sui «giuovani dalemasessuali», accusati - in sostanza - di essere impermeabili al cambiamento e abbarbicati al «Segretario», al «luddista Fassina» e all'«intoccabile D'Alema». In molti, su Twitter e Facebook, commentano quell'articolo. E d'altronde è proprio sui social network che «MAdC» esercita la sua verve polemica. Sul Pd, ma non solo (ha litigato anche con l'ex direttore del Tg1 Minzolini, su Twitter). Anche se a colpire, della ragazza, sono soprattutto il passato (da cultrice di moda, non di politica) e le foto. Che mostrano una ragazza bionda e decisamente avvenente. Sono in molti a chiederle l'amicizia, e qualcuno si spinge anche a farle avance.
Ma il suo profilo non convince Marco Esposito del giornale online The Week . Che, dopo un'indagine di tre giorni, ieri ha rivelato: la «opinion leader» Martina, semplicemente, «non esiste». Un falso. Ma architettato da chi? La risposta arriva dopo qualche ora: dietro MAdC c'è Paolo Cosseddu, 39 anni, autore del blog «Popolino», vicino alle posizioni del consigliere regionale lombardo del Pd Pippo Civati. A «smascherarsi» è lo stesso Cosseddu. Che si pone una domanda: «Cambia qualcosa, che Martina non esista? Intendo dire, rispetto alle cose che ha scritto, e a proposito di come funziona la Rete, delle cose cui viene spontaneo credere?». Non prima, però, di essersi detto sicuro che «nessuno vorrà denunciarmi» per aver creato un profilo fasullo (usando le foto di una ignara ragazza, Ása Steinarsdóttir, di Reykjavík), perché «ho in mano un forte deterrente: l'archivio di tutti i tentativi di tacchinaggio più o meno molesto che un enorme quantità di uomini, molti dei quali impegnati, mi hanno fatto nel corso dell'esistenza virtuale di Martina». Che, oltre ad aver fatto discutere il Pd, si sarebbe dunque rivelata gemella di più d'una delle sue anime.
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