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20 mar 2012

I soldi in codice: 'jeans' e 'magliette' Così funziona il "Napoli group"



Tre figure e una logica aziendale: la stampa, il deposito e lo spaccio. Le richieste "criptate": il primo passaggio dal distributore al grossista al 10 per cento del valore nominale. Poi gli spacciatori che pagano il 20% e immettono i soldi nel mercato

Le carte dell'Operazione Giotto raccontano il modus operandi del Napoli Group. Ci vogliono tre figure e una logica aziendale di rigida divisione dei compiti per mettere su una banda del falso. C'è il finanziatore della stamperia, che poi è anche il committente. È il soggetto, di solito un personaggio minore dei clan di Camorra, che si occupa di trovare una macchina tipografica offset di seconda mano (quelle nuove a quattro colori costano anche 500 mila euro), la filigrana, gli inchiostri, gli altri strumenti. C'è poi il tipografo, addetto alla produzione. E c'è il distributore. Quest'ultimo è un uomo di fiducia del committente. Ha il compito di organizzare un deposito, rigorosamente lontano dalla stamperia, e di tenere i contatti con i clienti.

Quando si sparge la notizia che qualcuno "sta fabbricando soldi", al distributore si avvicina una fauna criminale che usa una lingua propria, in codice, per cui i biglietti da 50 e da 20 al telefono diventano "magliette della Roma e del Napoli", i dollari sono "jeans" e "bottiglie verdi", e per definire le quantità da acquistare usa perifrasi del tipo "l'appuntamento è al numero 150, porta le magliette della Roma", comunicando così il bisogno urgente di 150 banconote da 50 euro.

La catena dello smercio segue gli stessi schemi dello spaccio di droga. Il primo passaggio, dal distributore al "grossista" (può essere un altro malavitoso che acquista euro a quintali, o un commerciante colluso), avviene al costo del 10 per cento del valore nominale. Per un milione di euro finti, la banda ne guadagna 100 mila veri. Dal grossista si approvvigiona (pagano un prezzo maggiore, il 20 per cento del valore nominale) una serie di soggetti minori, dal piccolo criminale locale al corriere straniero (di solito lituano o estone) che porta la valuta fasulla in Spagna, Belgio o Lituania. Fino all'extracomunitario in difficoltà che spera di guadagnare qualcosa spacciando banconote alle stazioni centrali di Roma e Napoli. A ogni passaggio della filiera, il ricarico aumenta del dieci per cento.

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