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2 mag 2014

Il meccanico che ha inventato la luce in bottiglia, ma è rimasto povero

È il brasiliano Alfredo Moser che ha avuto l'idea di utilizzare un
contenitore di plastica per illuminare la sua officina in una favela:
il suo ritrovato ha fatto il giro del mondo

di Emanuela Di Pasqua

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BRASILE
Alfredo Moser e la sua invenzione
shadow

Felice di essere povero: così titola la Bbc, ripercorrendo l'iter di
una delle invenzioni recenti che in tema di energia sta cambiando il
mondo. Parliamo della luce in bottiglia, che nasce dalla proprietà di
rifrazione della plastica, utilizzata ormai nelle Filippine, in
Brasile, India, Bangladesh, Tanzania, Argentina e Figi. In sostanza,
come molte altre volte è accaduto nella storia, la vera paternità di
un'idea non è quella che sembra e non sempre la genitorialità di
un'invenzione paga. Il vero padre della luce in bottiglia non è, come
si riteneva, il celebre ingegnere del Massachussets Institute of
Technology Amy Smith, bensì un povero meccanico, Alfredo Moser, che ha
architettato questa tecnologia ruspante proprio per rispondere alle
proprie esigenze personali. Ora balza all'onore delle cronache, dopo
anni di torpore dei media, ma non rischia certo di arricchirsi. Eppure
Alfredo è felice. E oggi racconta la sua storia.

Una buia officina

Tutto nacque dalla necessità di illuminare la sua piccola officina a
Uberaba, nel sud del Brasile, completamente senza finestre come del
resto le moltissime favelas e baraccopoli del Paese. Alfredo Moser
decise di utilizzare la capacità di rifrazione delle bottiglie di
plastica, inserendole in un buco nel tetto e riempiendole d'acqua e di
candeggina per evitare la formazione di alghe. «Una luce per tutti,
non costa niente e non si può fulminare»: così il meccanico brasiliano
spiegò la sua intuizione, poi ribattezzata bottiglia solare,
aggiungendo che quel litro di luce avevano più o meno lo stesso
effetto di una lampadina da 50 watt. La Moser lamp fu concepita
proprio grazie a un blackout elettrico, mentre il signor Moser e i
suoi amici si stavano chiedendo come avrebbero potuto rimediare alla
carenza elettrica. Nessun disegno, nessuno studio: la lampada del
meccanico scaturì da un'idea del momento e da una prova sul campo,
mentre riempiva le bottiglie facendo cerchi di luce : «E' una luce
divina» disse Alfredo e subito installò le bottiglie su tetti di
supermercati vicini e abitazioni.

Di chi sono le idee?

Da qui in poi, correva l'anno 2002, la geniale intuizione ebbe altri
sviluppi fino a che nacque il progetto «A Liter of Light» (un litro di
luce) della My Shelter Foundation, fondato appunto sull'idea
originariamente concepita da Alfredo Moser in Brasile. Ora la
bottiglia solare si è diffusa quasi viralmente, nelle Filippine, in
Brasile e il prossimo anno raggiungerà il traguardo del milione di
case sparse per il mondo dove il buio regna sovrano. Il punto è chela
CNN nel dare la notizia , attribuì al tempo l'invenzione a Amy Smith,
ingegnere del D-Lab, un ufficio del Massachusets Institue of
technology (MIT). Lo scenario più probabile è che tutto sia partito
dall'intuito di Moser e poi, arrivando alle orecchie di ricercatori e
scienziati, si sia evoluto in un progetto articolato. Fatto sta che
l'articolo di Cnn venne ripreso da altre testate e nessuna citava il
povero meccanico che, per una serie di motivi legati ai brevetti e ai
vari gradini che seguono le invenzioni, non è diventato ricco, ma
inizia ora a essere famoso e soprattutto molto gratificato.

La paternità scoperta

Accadde per caso che,in un post della rivista statunitense eGFI, per
studenti di ingegneria, l'utente Sandra rispolverò la genesi dell'idea
e tirò fuori il meccanico brasiliano . «Idea meravigliosa, ma non
nasce dagli studenti del Mit bensì dall'inventore/ingegnere brasiliano
Alfredo Moser», puntualizzò Sandra nel suo post corredato da link, per
poi aggiungere che i ricercatori avevano contribuito certamente in un
secondo momento a dare respiro mondiale e attuazione pratica
all'invenzione. Ora Alfredo Moser fa la vita di sempre e basta vedere
la sua casa o la sua macchina, ma l'orgoglio è cresciuto a dismisura.
«Alfredo Moser ha cambiato la vita di un numero esorbitante di
persone. Per sempre», ha dichiarato Illac Angelo Diaz, Ceo della
MyShelter Foundation.

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