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21 feb 2011

Mills e Ruby, l'ipotesi del legittimo impedimento

Oggi la decisione dei legali del premier. 

E si studia la strada dell'improcedibilità

ROMA - Domani, martedì, il governo, il Pdl e gli avvocati di Berlusconi metteranno in campo l'attacco a tre punte (braccio di ferro parlamentare nei confronti della magistratura milanese; nuovo impulso al ddl intercettazioni; riforme costituzionali del Csm con separazione delle carriere) per riprendere l'iniziativa politica sulla giustizia. Si dovrà scegliere anche la strategia difensiva per fronteggiare il processo Ruby e gli altri dibattimenti che stanno per riprendere (Mills, Mediatrade e Mediaset). Quanto ai processi la scelta, che sarà messa a punto oggi a Milano in una riunione dei legali Niccolò Ghedini, Piero Longo e Giorgio Perroni, sarà quella di utilizzare i legittimi impedimenti per bloccare solo due processi, la presunta corruzione dell'avvocato inglese David Mills e la vicenda Ruby, lasciando andare avanti gli altri due, Mediaset e Mediatrade, che sono quelli a rischio prescrizione.

Quanto a cosa fare per difendere le prerogative ministeriali di Berlusconi e quelle del Parlamento ad esprimersi sull'operato di un membro del governo, si sta valutando quale strada imboccare e come. Una lettera del premier potrebbe addirittura essere dichiarata inammissibile dal presidente della Camera Fini. Più facile potrebbe essere allora la strada della mozione parlamentare votata a stragrande maggioranza per chiedere che la richiesta di dichiarare l'improcedibilità del giudizio nei confronti del premier sia messa all'ordine del giorno della Giunta prima e poi dell'Aula.
Per questo si stanno mettendo a punto l'esame dei precedenti che sono due ed entrambi recenti, (quelli dei ministri Matteoli e Castelli) in occasione dei quali la Corte costituzionale si è più volte espressa con sentenze ed ordinanze in cui ha riaffermato il diritto della Camera di appartenenza a esprimersi in modo insindacabile sulla ministerialità del reato.

Sembra ormai certo che si imboccherà questa strada, che in ogni caso è il primo passo verso un conflitto di attribuzioni. Anche se l'idea di sollevare subito il conflitto non è ancora del tutto abbandonata. Secondo il capogruppo Pdl nella Giunta per le Autorizzazioni Maurizio Paniz, il fatto che l'organo che può sollevare il conflitto davanti alla Consulta in base al regolamento della Camera è l'Ufficio di Presidenza (dove per un paradosso legato ai criteri di rappresentanza regolamentari, la maggioranza è in minoranza) non sposta di un centimetro la potestà dell'Aula. «È l'Aula che è sovrana, non c'è alcun dubbio costituzionale su questo», afferma Paniz. Del resto, ci si domanda negli ambienti Pdl, come si potrà motivare che si nega a Berlusconi quello che è stato fatto per Matteoli?

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