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17 feb 2017

Il ritorno di Blair: stop alla Brexit «La gente ha votato senza sapere»



volte tornano e l’ex premier britannico Tony Blair ha già dimostrato più volte di voler continuare a dire la sua sul futuro del Regno Unito, anche se il Labour Party che ha guidato per anni senza rivali ha preso da tempo una strada diversa dalla sua «Terza via». L’occasione per calcare di nuovo la scena è ancora una volta la Brexit. Blair ha annunciato venerdì la sua nuova «missione»: convincere i britannici a «ribellarsi» all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Vuole creare un istituto ad hoc e costruire un’alleanza bipartisan. «Non è tempo per la ritirata, l’indifferenza o la disperazione — ha detto nel corso di un evento pubblico del gruppo «Open Britain» — E’ il tempo di ribellarsi in nome dei valori in cui crediamo».



La premier May

Secondo l’ex primo ministro, la popolazione ha votato al referendum dello scorso anno «senza sapere quali sarebbero state le reali conseguenze della Brexit», per questo ora vuole «costruire una base per trovare una via d’uscita a questa folle corsa contro la scogliera». I tempi, in effetti, sono ormai ristretti. La nuova inquilina di Downing Street, la premier Theresa May, ha chiarito che vuole dare il via ai negoziati formali per l’uscita dall’Ue entro la fine di marzo, una decisione approvata dai deputati della Camera dei comuni la scorsa settimana.
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«Arrogante»

Immediata la reazione degli esponenti Tory. L’ex ministro conservatore Iain Duncan Smith ha definito «arroganti e assolutamente non democratici» i commenti di Blair. Un portavoce del governo ha aggiunto, laconicamente, che il popolo britannico ha espresso la sua opinione molto chiaramente il 23 giugno: «Non ci sarà un secondo referendum», ha concluso. Ma l’ex premier laburista, a capo del governo dal 1997 al 2007, pur crollato nei sondaggi di popolarità non si farà certo fermare nel suo attacco all’attuale establishment. «Anche il termine “hard Brexit” (Brexit dura, ndr) deve essere rivisto. La politica del governo ora è “Brexit a tutti i costi” —ha sostenuto—. La nostra sfida è di dimostrare il costo reale dell’addio all’Ue e quanto questa decisione sia stata basata su una conoscenza imperfetta che ora diventerà una conoscenza informata, dobbiamo calcolare con “parole semplici” quale sarà il danno reale al Paese e ai suoi cittadini se continueremo su questa strada».

Protagonista di «Remain»

Blair è stato un protagonista molto attivo nella campagna «Remain», che sostenne il sì all’Unione europea. Oggi dice di accettare il verdetto uscito dalle urne nel giugno scorso ma di voler anche raccomandare una nuova riflessione sulla Brexit.

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