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1 lug 2014

Social, ora l’attacco arriva da WhatsApp&Co.

I servizi di messaggistica gratuita hanno distrutto gli sms e,
crescendo del 148 per cento in un anno, mettono in forse i big

di Greta Sclaunich

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TECNOLOGIA
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Prima hanno distrutto il mercato degli sms, ora intaccano quello dei
social network. Le applicazioni di messaggistica gratuita,
dall'americana WhatsApp alla cinese WeChat, stanno conquistando i
nostri smartphone. Tra undownload e l'altro accumulano numeri che ne
fanno un avversario temibile anche per big come Facebook o Twitter. BI
Intelligence, il servizio di ricerca della testata americana Business
Insider, mette in fila i dati aggregati dei quattro social più usati
al mondo (Fb, Twitter, Instagram, LinkedIn) e li confronta con quelli
dei quattro software di messaggistica più noti (WhatsApp, WeChat,
Line, Facebook Messanger). Il risultato? Un divario che, trimestre
dopo trimestre, si restringe sempre di più. A fine 2011, anno in cui
le app di messaggistica hanno iniziato a comparire negli store, i
socialsegnavano un totale di un miliardo di utenti attivi mensili
contro i 150 milioni dei servizi rivali. A fine 2013 i social
arrivavano a 1 miliardo e 600 milioni di utenti attivi mensili, le app
di messaggistica a 800 milioni. Poi, per queste ultime, c'è stata
l'impennata. Così alla fine del primo trimestre del 2014 la forbice si
è ridotta ancora: i social salgono a 1 miliardo e 800 milioni di
utenti attivi mensili contro 1 miliardo e 200 milioni di utenti attivi
mensili delle app di messaggistica.

Crescita impetuosa

Il boom delle app di messaggistica, per ora, si registra tra il marzo
2013 ed il marzo 2014: un anno in cui le sette piattaforme più grosse
a livello globale sono cresciute complessivamente del 148%,
guadagnandosi in totale 900 milioni di nuovi utenti secondo le stime
di BI Intelligence. Per gran parte di queste il successo è arrivato in
fretta, a parte WhatsApp, che è stato inaugurato nel 2009, le altre
sono state lanciate sul mercato nel corso del 2011. Affermandosi
quindi in poco meno di due anni anche su mercati «chiusi» ai social
made in Silicon Valley: WeChat, per esempio, è nato in Cina e ha
conquistato con facilità il mercato interno cinese. Ma anche Line,
lanciata in Giappone, ha il suo zoccolo duro in Asia. I social, dal
canto loro, sono già vecchi: Facebook con il suo miliardo e 200
milioni di utenti attivi è sì il più grosso del mondo, ma ha raggiunto
il traguardo in dieci anni. La differenza tra social e app, che a fine
2011 era di 850 milioni di utenti attivi mensili, due anni e mezzo più
tardi è scesa a 600 milioni secondo i grafici diBI Intelligence. Se
sorpasso ci sarà, insomma, non arriverà in tempi brevissimi. Ma i
numeri bastano a impensierire i vertici dei social, che cercano il
modo di cavalcare l'onda proponendo servizi simili sulle proprie
piattaforme.

Regole diverse

Twitter, per esempio, per anni ha applicato regole molto strette ai
messaggi diretti: un account può inviarne ad un altro solo a patto che
questo secondo sia follower del primo. Una barriera che il social da
140 caratteri ha in parte smantellato a fine 2013, introducendo una
funzione per «aprire» la ricezione dei messaggi diretti anche a chi
non seguiamo. Con gli ultimi aggiornamenti, poi, messaggi diretti così
come menzioni e altre notifiche compaiono in unpop up che appare in
tempo reale: il servizio diventa così sempre più simile a una chat. Se
Twitter cerca di adattarsi al mercato, la strategia di Mark Zuckerberg
è più semplice ancora: se non puoi combattere il rivale, alleati con
lui. O meglio, compralo. Così il fondatore di Facebook ha prima
inaugurato Facebook Messenger (nel 2011) per tentare di contrastare
WhatsApp ma, visto che non ci è riuscito, a febbraio ha acquisito il
rivale per la cifra monstre di 19 miliardi di dollari. Snapchat ha
rifiutato le sue offerte? Zuckerberg, forte del nuovo acquisto, ha
adottato la tecnica contraria e ha appena lanciato Slingshot, un
servizio molto simile. Sia Snapchat (che oltre ad aver detto no ai 3
miliardi offerti da Facebook ha scosso la testa anche ai 4 proposti da
Google) che Slingshot si basano sullo stesso principio: le due app
permettono di inviare agli amici foto, commenti e video che però si
auto-cancellano. Che la nuova piattaforma riesca o meno a scalzare
Snapchat, Zuckerberg ha fatto bene i suoi calcoli. Tra i top 4 social
citati da BI Intelligence, due sono suoi: uno (Facebook) l'ha
inventato lui, l'altro (Instagram) lo ha comprato. Tra le top 4 app di
messaggistica, due sono sotto il suo controllo: una (Facebook
Messenger) l'ha lanciata lui stesso, l'altra (WhastApp) l'ha
acquisita. Nella guerra tra social e app di messaggistica, per ora,
c'è un solo vincitore. Ed è mister Facebook.

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