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30 lug 2014

Eredità da due miliardi di lire Ma Bankitalia non cambia in euro Invece il lascito in marchi subito convertito in Germania

ROVIGO — Trova due miliardi di vecchie lire, poco più di un milione di euro, nella casa di Berlino dello zio paterno, ma non riesce a incassarli perché non più validi. Così Sara Ferrari, 43enne originaria di Rovigo da molti anni residente a Bruxelles dove lavora come funzionario in un ente pubblico, s'è rivolta alla «Federazione nazionale consumatori» per cercare di ottenere quanto ritiene le spetti. Come racconta la donna, «mio zio paterno Salvatore emigrò molti anni fa a Berlino, dove si fece valere per la sua bravura come orafo. Lo zio è morto alcuni mesi fa, celibe e senza figli. Riordinando una delle case che mi ha lasciato in eredità ho trovato alcuni documenti che facevano riferimento a una cassetta di sicurezza aperta molti anni prima dallo zio in una filiale della Deutsche Bank di Berlino». A inizio luglio Sara Ferrari è andata nella banca berlinese con i documenti della successione ereditaria e ha aperto la cassetta di sicurezza. «Al suo interno – riprende il racconto la rodigina – c'erano alcuni Bot del Tesoro italiano con tagli da 10, 50 e 100 milioni di vecchie lire oltre a denaro contante per un miliardo e 450 milioni in banconote da 500 mila lire oltre a circa un milione di marchi tedeschi».

Se per il cambio della valuta tedesca in euro ci son voluti una decina di giorni e la cifra ammonta a circa 730.000 euro, tutt'altra musica per il cambio in Italia. Sara Ferrari si è recata allo sportello Bankitalia di Milano per chiedere le modalità di cambio del denaro italiano. Qui sono iniziati i problemi. «Mi è stato risposto che in base al decreto Monti del 6 dicembre 2011 – riprende Ferrari – le vecchie lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell'Erario con decorrenza immediata e che il relativo controvalore è versato all'entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato». Insomma, i due miliardi di vecchie lire scoperti nella casa berlinese dello zio Salvatore non possono essere incassati. «Così – afferma la donna - mi sono rivolta alla "Federazione nazionale consumatori" per avviare tutte le azioni giudiziarie contro Bankitalia e il ministero delle Finanze, con possibilità di ricorso anche alla Corte Europea, per ottenere il pagamento in euro della somma che ho trovato in lire». Ma l'amarezza di Sara Ferrari non riguarda solo l'inghippo legato al decreto Monti di fine 2011. «Da italiana che vive all'estero da molti anni – afferma la donna – non posso non far notare che in Germania ci son voluti dieci giorni per ottenere valuta corrente dai vecchi marchi, e si parla della bella somma di 730.000 euro, mentre nel mio Paese non è possibile altrettanto ». Conclude la 43enne: «Nonostante si chiami Unione Europea le leggi non sono uguali per tutti i cittadini».

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