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11 giu 2014

Apple nel mirino della Ue per la base fiscale in Irlanda Secondo la tv di Stato di Dublino la Commissione europea starebbe per aprire un'indagine contro il colosso Usa per le triangolazioni erariali con Dublino che gli hanno consentito di abbattere drasticamente l'imponibile. Le pratiche di Cupertino sono già entrate nel mirino di Washington

MILANO - La Ue sarebbe pronta ad aprire un'investigazione formale contro le agevolazioni fiscali garantite in Irlanda alla Apple. A dare la notizia è stata la stessa tv di Stato di Dublino. L'azienda di Cupertino, come tutto gli altri big del web, ha concentrato contabilmente nell'isola buona parte del suo giro d'affari globale per poter usufruire delle agevolazioni tributarie garantite dalla legislazione erariale locale. La Corporate tax in Irland (vale a dire la tassazione sui redditi d'impresa) è del 12,5%. Ma basta usufruire dei mille "buchi" della normatica europea del settore per ridurla grazie a triangolazioni con l'Olanda e le Bermuda a percentuali ancora inferiori. Un Comitato del Senato Usa aveva accusato lo scorso anno la Apple di non aver pagato le tasse su decine di miliardi di entrate domiciliando alcune sue controllate a Cork, nel cuore dell'Irlanda, e dichiarandole fiscalmente non residenti nel paese.

Bruxelles ha da tempo acceso un faro sulle pratiche fiscali di tutti i giganti del web. Google, Facebook, Apple, Amazon e eBay hanno collocato le loro sedi fiscali tra irlanda e Lusesmburgo, finendo per pagare pochissime tasse sui miliardi di prodotti e servizi che vendono nei paesi della Comunità. In Italia, per dire, i cinque colossi hanno pagato nel 2013 poco più di 11 milioni di imposte. Qualche nazione, come la Francia, ha provato a intervenire a gamba tesa approvando una web tax su misura contro questo tipo di pratiche. La Ue si sta muovendo con l'Ocse per stabilire un quadro

di regole certe. Il progetto dovrebbe però arrivare nel 2015 ed evidentemente l'Unione ha deciso di stringere i tempi accertando eventuali pratiche elusive.

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