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8 apr 2013

L'uomo (di Google) da 100 milioni di dollari Tanto Brin e Page hanno pagato a Neal Mohan, la mente dietro AdSense, per impedirgli di andare alla concorrenza



MILANO - Ecco l'uomo (di Google) da 100 milioni di dollari: Neal Mohan. Sconosciuto ai più, non ama stare sotto i riflettori, preferisce una posizione defilata. Non alza mai la voce, risponde sempre in modo diretto e odia le riunioni che si protraggono troppo a lungo. Ha iniziato a lavorare all'interno di Google cinque anni fa con uno stipendio annuale di 60 mila dollari. Oggi è uno dei vicepresidenti della società di Mountain View. Ma cosa più importante: l'americano di origini indiane è la mente dietro a AdSense, la più grande concessionaria pubblicitaria sul web, proprietà del motore di ricerca. E per non farlo passare alla concorrenza Brin e Page hanno offerto al giovane ingegnere un assegno che non ha potuto rifiutare. 

CARRIERA - La guerra nella Silicon Valley si fa anche a colpi di impiegati, quelli capaci e affidabili, quelli che hanno contribuito alla fortuna di un'azienda. Neal Mohan è uno di questi. La sua storia viene raccontata ora dal portaleBusiness Insider. Oggi Mohan è vicepresidente del dipartimento advertising di Google e, secondo la celeberrima rivista Ad Age, fra le 10 figure più influenti nel mondo del marketing. Dopo la laurea in elettronica a Stanford, alla fine degli anni '90, ha iniziato in Andersen Consulting, ora Accenture, e NetGravity. La svolta arriva quando NetGravity viene comprata da DoubleClick, la società americana leader nella fornitura di servizi di pubblicità online. Questa viene successivamente acquistata dal colosso Google, per 3,1 miliardi di dollari. Una cifra quasi triplicata, anche grazie alle 500 pagine di presentazione in PowerPoint elaborate allora da Mohan. Dentro Google l'ingegnere ha «comprato» negli anni a seguire diversi tools e molte piattaforme, tra cui Invite Media, per la gestione sempre aggiornata dell'advertising, che ha fatto fatturare alla Big G quasi 5 miliardi di dollari nel 2011. 

IMPIEGATO D'ORO - Non c'è da meravigliarsi dunque se due anni fa Google gli abbia messo sul piatto 100 milioni di dollari in azioni per impedirgli di passare alla concorrenza, Twitter e Facebook in primis. Il servizio di microblogging di Jack Dorsey gli aveva offerto l'ambito ruolo di product chief. Ora quelle azioni valgono oltre 150 milioni di dollari e Mohan è diventato un uomo ricchissimo. Insomma, il sapere e la lealtà verso la propria azienda pagano. Tra i colleghi a Mountain View Mohan noto col nomignolo non troppo lusinghiero di «assassino silenzioso». Il suo segreto? Dicono di lui che «non è un urlatore», non «perde tempo alle riunioni» ed è un grande «ascoltare». O, forse la cosa più importante: «Non fa cavolate».

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