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8 apr 2013

Il ragazzino cinese nel tempio di Augusta Guan Tian-lang è il più giovane partecipante di sempre nella storia del Masters di Augusta. Per i grandi è «incredibile»



«Voglio vincere il Masters di Augusta». Tanti lo sperano, tantissimi lo sognano, un cinese su 1,3 miliardi lo può twittare perché ci crede veramente. E potrebbe provarci già quest'anno, quando sarà il più giovane partecipante di sempre al Wimbledon del golf, a soli 14 anni, due in meno del predecessore (il 16enne Matteo Manassero nel 2010), con l'obiettivo minimo di eguagliarlo passando il taglio.

Guan Tian-lang è il nuovo poster dello sport cinese, il ragazzo prodigio che, al China Open di aprile 2012, a 13 anni e 177 giorni, è diventato il più giovane partecipante a un torneo dello European Tour. Poi, vincendo in novembre l'Asia- Pacific Amateur Championship, è stato invitato al Masters 2013, cogliendo un altro record dopo quelli dei connazionali Shanshan Feng (prima cinese a vincere l'Lpga Championship) e Andy Zhang (che a 14 anni è diventato il più giovane partecipante di sempre allo Us Open). Non avrà vita facile «Langlang», come lo chiamano gli amici. Le nuove regole sui belly putter potrebbero infatti creargli qualche problema in quel gioco corto che un coach acclamato come Gary Barter definisce «incredibile».

Guan Tian-lang in azioneGuan Tian-lang in azione
Sui 6.400 metri di Augusta, poi, potrà fare fatica: pesa appena 57 chili e la sua media col drive è di soli 228 metri. E ciononostante, per ora è il nome più promettente del golf di un intero continente. La spinta di un colosso come la Cina è enorme e il giovane Guan Tian-lang lo sa. Come sa che, nonostante negli ultimi anni il numero dei campi sia cresciuto velocemente, il golf nel suo immenso Paese rimane uno sport elitario: «Ci sarà sempre più pressione su di me» dice, «sono al centro di grandi aspettative da parte di molti cinesi e mi auguro davvero che i giovani mi guardino e mi seguano al Masters. Se andrò bene, darò loro lo stimolo per lavorare ancor più duramente. Ma io devo pensare soprattutto a dare il massimo e a concentrarmi sul mio gioco».

Bravissimo in storia, il 14enne sa bene quel che vuole: «Spero un giorno di chiudere il grande slam, vincendo tutti e quattro i major nello stesso anno come non è ancora riuscito a nessuno (l'impresa di Bobby Jones del 1930 era pre-Masters e Pga, ndr)». Ha una personalità forte e una tecnica che affina sin da quando, a quattro anni, prese in mano il primo bastone da golf: «Seguivo papà, che è stato un giocatore molto bravo, e mamma sui vari campi». A sei anni «ho preso la cosa più seriamente, perciò i miei genitori hanno deciso di investire sul mio futuro». E hanno fatto bene, visto che già a 12 anni Tian-lang ha confermato le aspettative, vincendo il Callaway Junior World Championship con 11 colpi di vantaggio. «Ho un coach, ma non lo vedo così spesso, ci vado solo quando ho un problema» spiega. «Il resto del tempo mi segue soprattutto papà. In realtà, io mi considero un golfista alla Bubba Watson, che ha imparato da solo».

La sua giornata tipo a Guangzhou, città del Sud-Est di fronte a Hong Kong, è semplice, almeno dai suoi racconti in un inglese più che buono: «Vado a scuola fino alle 16, poi faccio due ore di allenamento, quindi mi dedico ai compiti. Nella mia città ci sono quattro campi e nessuno è davvero vicinissimo (almeno mezz'ora di auto da casa), così durante la settimana pratico in driving range, e faccio un paio di giri veri solo nei weekend. Il mio circolo è lontano un'ora e 13 minuti esatti». «Il suo segreto è la capacità di riprodurre subito il gesto tecnico» spiega il coach di sempre, Daniel Webb, «per lui i video sono stati e sono fondamentali. A sei anni Tian-lang poteva già eseguire cinque swing diversi: quelli di Chris DiMarco, Jim Furyk, Ernie Els e Tiger Woods». E insiste: «È il più forte che abbia mai visto alla sua età, è unico. Penso che sarà il primo cinese a vincere un major. Difficilmente accusa la pressione, ma se succede dura poco. Molti golfisti non hanno la sua fiducia fino ai 30 anni».

Ma «Langlang» sogna rimanendo però coi piedi per terra. «Sto imparando tanto da Liang Wen-Chong (il primo cinese a passare il taglio in un major, ndr)». Intanto ha chiesto un autografo a Tom Watson e gli ha anche strappato la promessa di un allenamento insieme, il martedì pomeriggio, ad Augusta, prima del Masters: «Sarà una bella esperienza, penso che mi divertirò». Però Tiger è sempre Tiger: «Giocare un po' con lui sarebbe davvero speciale. L'ho incontrato un paio di volte, ed è stato molto carino. Lui è così grande perché è molto forte di testa e di cuore». È il mito di Guan da quando aveva sei anni, nel 2005, e si alzò di buon mattino per vedere il suo primo Masters. Rimase così stupefatto davanti al miracoloso chip che Woods imbucò alla 16, volando così verso la quarta giacca verd, che decise di diventare come lui. Ed è già sulla buona strada.

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