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25 mar 2013

L'italo-tedesco che non vuol più essere tedesco

André Rizzello ma si è sentito offeso dalle dichiarazioni anti italiane del candidato cancelliere della Spd, Steinbrück

(foto rponline.de)(foto rponline.de)
BERLINO – In molti hanno tentato di dissuaderlo, ma lui è andato avanti per la sua strada. André Rizzello, nato in Germania da padre italiano, non vuole più essere tedesco. Ha restituito il passaporto e rinunciato alla cittadinanza del Paese dove lavora da molti anni, gestendo una gelateria a Solingen, nella Nord Renania-Vestfalia. «Ne ho abbastanza», ha detto. «L'Italia non è solo pizza, pasta, cappuccino e mafia».

REAZIONE AI «DUE CLOWN» - La sua storia è stata raccontata dal giornale locale Solinger Tageblatt e poi ripresa, con grande evidenza, dalla Welt am Sonntag. A quanto pare, la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbero state le dichiarazioni del candidato cancelliere della Spd, Peer Steinbrück. Lo sfidante di Angela Merkel si lasciò scappare che le elezioni italiane erano state vinte da due «clown», Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, facendo arrabbiare perfino il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ma l'ex ministro della Finanze socialdemocratico, noto per la sua lingua tagliente, ha evidentemente irritato ancora di più questo quarantaduenne di sangue pugliese. Anche se la poco diplomatica esternazione non sarebbe stata l'unica ragione di un gesto così clamoroso.

LA RICHIESTA UNICA ALL'ANAGRAFE - Rizzello era indispettito da tempo, infatti, per come l'Italia viene vista in Germania. Il giorno dell'uscita di Steinbrück è tornato a casa, ha preso il passaporto della Bundesrepublik, è andato negli uffici comunali, si è seduto davanti all'incredulo impiegato, ha messo il documento sul tavolo e ha presentato la sua richiesta. «È il primo caso di questo tipo che abbiamo avuto», ha confessato alSolinger Tageblatt il direttore dell'anagrafe, Mike Häusgen. Ha preso così il via una lunga trafila burocratica che si è poi conclusa al consolato di Colonia. Arriverà un certificato con cui si stabilisce che il quarantaduenne italo-tedesco non è più tedesco. Alla fine ha vinto lui.

CUORE A METÀ - «Il mio cuore rimane diviso a metà, ma volevo dare un segnale: noi italiani meritiamo più rispetto» sono alcune delle frasi citate da Die Welt am Sonntag. Per il momento non è stato possibile sentire direttamente la sua voce. Secondo i giornali tedeschi, Rizzello (che è nato a Solingen, ha vissuto la giovinezza in Puglia e poi è tornato in Germania quando aveva venti anni) non sottovaluta i tanti problemi economici e politici italiani, ma ritiene che del nostro Paese si dia un'immagine profondamente sbagliata, soprattutto in un'Europa che dovrebbe essere unita. Di tutto questo ha parlato anche in una mail inviata al Popolo della libertà, il partito di Silvio Berlusconi.

GLI AMICI DEL CALCETTO - Molte reazioni in città sono state negative. C'è anche chi gli ha dato del pazzo. «Io non me ne voglio andare, amo la Germania», ha detto a tutti. I parenti e la moglie, che è tedesca (hanno un figlio di sei anni) non hanno capito il suo gesto. La madre ha cercato di fargli cambiare idea, ma non ci è riuscita. Lui ha spiegato i motivi della sua protesta agli amici con cui gioca a calcio. Alla fine, nessuna rottura. «Se vivessi in Italia e ci fosse una campagna persecutoria contro i tedeschi, avrei restituito invece il mio passaporto italiano», è stata la sua rassicurazione.

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