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21 mar 2013

LA DISAVVENTURA DI UN 32ENNE DELL'ALASKA Vendette il viso ai siti porno. «Che errore»

Per soldi si fece tatuare messaggi pubblicitari sul volto. Oggi li
vorrebbe rimuovere, ma non ha il denaro necessario

Hostgator Dotcom (Ap)
Erano soldi facili: tutto ciò che Billy Gibby doveva fare era tatuarsi
il viso con gli indirizzi web di portali a luci rosse, casinò e altre
società. 50.000 dollari per trasformare se stesso in una specie di
cartellone pubblicitario umano. Perché no? E infatti, è quello che sei
anni fa ha fatto il 32enne di Anchorage, Alaska, padre di cinque
figli. Come se non bastasse: nel 2010 aveva venduto il suo nome a una
società di web-hosting. Si fa chiamare Hostgator Dotcom. Ora l'uomo si
pente: «È stata una pessima idea».

BOOM - Nel 2007 Hostgator aveva trovato uno strano modo di fare soldi:
mettere in vendita il suo viso e farselo tatuare con indirizzi Web
(tra questi anche i siti operanti nel porno online quali
XXXHomeVideo.com, Minkaxxx.com e HotMovies.com). Di molti siti, nati
durante il boom delle dot.com alla fine degli anni Novanta e implosi
qualche anno più tardi, oggi non c'è nemmeno più traccia sul Web. Il
prezzario: dai 75 ai 1000 dollari per tatutaggio. Ai tempi d'oro,
aveva raccontato qualche mese fa all'Anchorage Press, vendeva quegli
spazi anche a 10.000 dollari. Poi è arrivata la crisi.

ALL'ASTA - Billy Gibby, salito alle cronache come «the Human
Billboard», ha spiegato di soffrire di disturbo bipolare quando aveva
preso la decisione di trasformarsi in cartellone pubblicitario
ambulante. Ora dice di essersi rimesso e di pentirsi della scelta
fatta allora: vuole rimuovere quei 24 tattoos dal viso. Il problema?
Le procedure per toglierli col laser sono piuttosto costose. Ecco
perché Gibby, attualmente disoccupato, ha deciso di ricorrere a ciò
che gli riesce meglio: mettere all'asta il resto del suo corpo. Come
contropartita, le società che investono dovranno saldare il costo per
la rimozione dei tatuaggi sulla faccia. «C'è ancora spazio sulle mie
braccia, sulle mani, sul petto e sulle gambe», ha detto all'Huffington
Post.

NETFLIX - Se «the Human Billboard» si è pentito, non lo è affatto
Myron Robinson: lo studente universitario dell'Indiana, grande fan di
Netflix, il popolare servizio americano di streaming online, si è
fatto tatuare nei giorni scorsi il logo dell'azienda sul petto e ha
postato successivamente le foto su Twitter. Dopo qualche tempo è
arrivata la risposta: in cambio di tanta devozione la società ha
regalato al ragazzo un abbonamento annuale.

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