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14 mar 2013

Bankitalia: stop a dividendi e niente bonus per manager delle banche in rosso

n potenziamento delle difese anti-crisi nei bilanci bancari. È con
questo obiettivo che Banca d'Italia ha diramato alle banche una
circolare con i criteri da seguire nella redazione dei bilanci
rispetto a valutazione dei crediti, remunerazioni, distribuzione dei
dividendi. Per questi ultimi, tutte le banche che chiudono l'esercizio
2012 in perdita o hanno un core tier one 1 ratio inferiore al livello
obiettivo comunicato dalla vigilanza, non dovranno distribuire
dividendi. Quanto alle politiche di remunerazione , il documento della
Vigilanza sottolinea la necessità di una «significativa riduzione
della remunerazione variabile» per tutte le banche ma per le aziende
di credito che chiudono l'esercizio in perdita non sarà consentito
«riconoscere o pagare bonus a valere sui risultati dell'esercizio 2012
ai componenti degli organi con funzione di supervisione strategica e
di gestione, al direttore generale, nonché ad altro "personale più
rilevante", la cui remunerazione variabile sia esclusivamente o
prevalentemente riferita collegata ad obiettivi riferiti all'intera
azienda» e dovrà valere una significativa riduzione dei bonus anche
per l'intero personale.

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Last, but not the least, la circolare diffusa alle aziende di credito
con data 13 marzo dettaglia le indicazioni sulle politiche di
provisioning ovvero sulla copertura dei crediti anomali. Il tasso di
copertura di tali crediti, spiega la circolare, è passato per l'intero
sistema creditizio italiano dal 45,9 per cento del 31 dicembre 2007 al
37,9 per cento del 30 settembre del 2012. «Con riferimento alle sole
sofferenze che costituiscono la componente sulla quale le aspettative
di recupero sono minori- si osserva - il coverage ratio a settembre
era pari al 54,1 per cento, anch'esso in significativa flessione dal
62,7 per cento registrato a fine 2007». Secondo Banca d'Italia «è
quindi indispensabile l'adozione di criteri di prudenza per la
valutazione della recuperabilità dei crediti anomali, tenendo conto,
in particolare delle valutazioni di perdita sulle specifiche posizioni
analizzate nell'ambito degli accertamenti ispettivi di vigilanza». La
richiesta di una valutazione prudente dei crediti, ovvero che i
bilanci diano correttamente conto di ciò che va già considerato a
tutti gli effetti come un credito perduto «rappresenta un fattore di
salvaguardia dell'integrità del capitale delle banche e concorre ad
accrescere la fiducia dei mercati verso di esse». È quanto chiedono
analisti e investitori, ricorda il documento, che, in ogni caso,
aggiunge:«In prospettiva, la correttezza delle classificazioni
aziendali relative alle perdite anomale e la congruità delle
rettifiche di valore continueranno a formare oggetto di attento
scrutinio da parte della Banca d'Italia, che si riserva di adottare
gli interventi di vigilanza ritenuti opportuni».

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