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29 ott 2012

Metamorfosi Apple: il “Think Different” non è più un dogma

Dal Corriere Economia in edicola oggi col quotidiano, qualche considerazione su Apple che mi hanno chiesto dopo l'evento di San Jose, con il debutto di iPad mini e iPad di quarta generazione, a cui ho assistito:

Dopo ogni nuovo prodotto lanciato dall'azienda di Cupertino commentatori e appassionati tirano fuori lo stesso refrain. «Questo l'avrebbe approvato Jobs?» Sì. No. Forse. Ma il dibattito è ozioso. Che Apple stia procedendo sulla spinta delle intuizioni del suo visionario fondatore è ovvio. Altrettanto ovvio però è che questa è la Apple di Tim Cook. Uomo profondamente diverso da Jobs. Leader più quadrato e inquadrato, più incline a farsi guidare dalla razionalità dei numeri che dall'intuito. Sul ponte di comando di un'azienda incredibilmente profittevole e in salute.

Numeri - L'anno fiscale 2012 si è chiuso con il miglior quarto trimestre della storia aziendale. L'utile netto si è attestato a 8,2 miliardi dollari (6,6 nel 2011), i ricavi sono saliti a 36 miliardi (da 28,3). Gli analisti, molti dei quali prevedevano dati ancora migliori, sono rimasti delusi soprattutto dalle previsioni di rallentamento per il 2013, con costi in crescita e margini in calo. Per continuare a correre Cook sta provando a guidare una Apple per molti versi normalizzata. Un'azienda più lontana dal think different nonostante il lancio di novità negli ultimi 12 mesi sia stato incessante. Guardiamo agli ultimi prodotti. L'iPad Mini è un prodotto bello da toccare e piacevole da usare. Ma per la prima volta negli ultimi anni è palese che la scelta è stata fatta per dare al pubblico ciò che il pubblico vuole. E non ciò che il pubblico avrebbe imparato a volere senza neppure saperlo. Se Jobs avesse ragionato così, nel 2010 avrebbe tirato fuori un netbook invece di un iPad, un prodotto capace di creare un mercato inedito e di vendere 100 milioni di pezzi in meno di 3 anni. L'iPad Mini tampona un settore (tablet compatti e meno costosi) in cui finora hanno imperversato Google, col suo Nexus 7, e soprattutto Amazon con il Kindle Fire (appena arrivato in Italia nella versione Hd). L'obiettivo raggiunto da Cupertino è avere una line-up completa: iPad Mini, il vecchio iPad 2 e iPad tradizionale. Con in più l'iPod Touch, un mini-tablet. Così come nel settore dei notebook ora Tim Cook può schierare MacBook Air, MacBook Pro e i potenti MacBook Pro con Retina Display. L'assortimento è ben squadernato anche online sull'Apple Store. C'è un iPad o un Mac per ogni vostra esigenza, ci viene detto. Da un punto di vista commerciale ha senso: permette di intercettare anche clienti che si sarebbero diretti altrove. Da un punto di vista del messaggio però ribalta l'asserzione storica della Apple di Jobs: noi sappiamo quel che è meglio per voi. Un solo smartphone, l'iPhone, quando Nokia proponeva una decina o più di modelli. Un solo tablet, l'iPad, quando Samsung ha in listino una mezza dozzina di scelte.

Mossa - L'altra mossa uscita da San Jose è la sostituzione dopo appena 7 mesi del «nuovo» iPad con una quarta generazione che è un upgrade di alcune caratteristiche (processore, connettività e connettore Lightning). È la prima volta che succede. Come scrive Roger Cheng su Cnet: «Apple, pensavamo avessimo un accordo. Io compro un tuo prodotto e ho la garanzia che per circa un anno avrò la cosa più recente e migliore che puoi offrire. Per questo sono scioccato dall'annuncio dell'iPad 4». Una mossa dettata dalla necessità di levare di mezzo per la stagione natalizia un prodotto, l'iPad 3, con un connettore destinato alla tomba (la storica «porticina» grande, a 30 pin) e non abilitato ai collegamenti Lte in molti mercati. Ma una mossa che ha scontentato tanti, perché con un semplice annuncio Apple ha fatto precipitare il valore sui mercatini dell'usato di chi aveva acquistato l'iPad appena 2-3 mesi fa. Secondo un sondaggio online un possessore su due si è detto «irritato» dal lancio dell'iPad 4. Le due nuove tavolette di Apple dovrebbero risollevare le vendite, notevoli ma inferiori alle attese. Nell'ultimo trimestre fiscale sono stati 14 milioni gli iPad venduti, contro stime che andavano dai 15 ai 19 milioni. Alcune stime parlano comunque di 20 milioni di iPad nei prossimi tre mesi, 5 dei quali Mini. Quest'ultimo è un prodotto che secondo il cfo di Apple Peter Oppenheimer ha margini «significativamente inferiori» a quelli della media dell'azienda, di suo molto elevata (40% negli ultimi dati). Un problema superabile se in cambio il Mini ruberà clienti ad Amazon, Google e Microsoft. Consapevoli che un utilizzatore di iPad Mini è un potenziale utente di iPhone e Mac domani.

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