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17 set 2012

Vent'anni, quindicimila euro al mese. Finisce giù dal cavalcavia. A Napoli la cocaina spara ancora




Un'altra tacca sul calcio del fucile. I killer continuano a imperversare indisturbati a Scampia e Secondigliano, i rioni dove è scoppiata una nuova (ennesima) guerra di camorra per il controllo del mercato della droga; un business da 100 milioni di euro all'anno. Stavolta, il commando è entrato in azione in via dei Ciliegi, nel quartiere napoletano di Chiaiano.

Una sventagliata di proiettili contro l'auto guidata da Roberto Ursillo, vent'anni appena e un curriculum criminale di rispetto all'ombra dei grandi trafficanti di eroina e cocaina. Il giovane è morto sul colpo, la vettura – lanciata a folle velocità per sfuggire al ruggito degli assassini in sella a una moto – ha sfondato il guard-rail ed è precipitata sul vialetto sottostante. Solo per miracolo, la Fiat Palio non ha creato ulteriori danni agli altri automobilisti di passaggio.

Vent'anni, quindicimila euro al mese di stipendio
Ursillo era nato nel 1992. Insieme al fratello Salvatore, si era fatto un nome (e un robusto conto corrente in banca) in seno alla famiglia Abbinante, che controlla la vendita di stupefacenti nel rione Monterosa, una delle venti aree di spaccio della periferia nord del capoluogo. Era soprannominata 'o cecato, la vittima. Ne avevano parlato, lungamente, gli ultimi pentiti del clan, indicandolo come un capo-piazza furbo e spregiudicato, con uno stipendio mensile di circa 15mila euro. Il suo omicidio è la risposta, ad appena una settimana di distanza, all'esecuzione di Raffaele Abete, fratello del boss Arcangelo, ritenuto uno dei capi del cartello criminale che controlla le attività illecite nel Napoletano.

La scissione della scissione
Il termometro in salita dell'ordine pubblico sono le scritte che stanno iniziando a infestare i muri di Scampia, dove si inneggia alla "scissione della scissione", ovvero a quella nuova banda di narcotrafficanti che si sono staccati dagli scissionisti per ricongiungersi ai Di Lauro per ricostruire la vecchia organizzazione criminale. Regista dell'operazione, secondo le informative dell'antimafia, è Marco Di Lauro, figlio del boss Paolo Di Lauro. Un personaggio sui generis a queste latitudini criminali, inserito ad appena trent'anni nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia al pari del capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro.

Camorra resort
Per rileggere il contesto in cui sono maturati gli ultimi omicidi, gli investigatori hanno avviato un lungo giro di interrogatori con vecchi e nuovi pentiti di Secondigliano che potrebbero essere a conoscenza di retroscena considerati utili alle indagini. Tra i collaboratori di giustizia di maggiore spicco c'è Maurizio Prestieri, ex braccio destro di Paolo Di Lauro. Amante della bella vita e delle belle donne, Prestieri – soprannominato all'anagrafe di camorra con il nomignolo di 'o sicco, lo smilzo – ha svelato i canali di riciclaggio dei clan in Spagna, con l'acquisto di strutture alberghiere e turistiche, e soprattutto nella costruzione di villette a schiera e interi complessi edilizi nell'hinterland nord di Napoli: a Mugnano, Casavatore, Arzano e Melito. Soprattutto in quest'ultima città, ha spiegato Prestieri, si è dispiegata la spaventosa potenza economica della camorra secondiglianese a cui sarebbe riconducibile almeno – secondo il collaboratore di giustizia – l'ottanta per cento delle abitazioni. Un tesoro inestimabile, reso possibile dagli accordi della camorra con la politica locale e con alcuni imprenditori edili collusi. Un patrimonio per la cui conquista le pistole hanno di nuovo abbandonato le fondine.

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