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21 set 2012

Quelli della festa con le ancelle «Non facciamo i puritani» L'invitato con la testa di toro: «Imbaraz

Quelli della festa con le ancelle 
«Non facciamo i puritani»

L'invitato con la testa di toro: «Imbarazzo? Nessuno»

Ancelle che baciano maiali, ritratto della festa Pdl organizzata dal consigliere regionale De RomanisAncelle che baciano maiali, ritratto della festa Pdl organizzata dal consigliere regionale De Romanis
ROMA - Era la sua notte, lo sentiva. Nel riverbero delle torce, risalì lentamente la scalinata di marmo del Foro Italico (nonostante i sandaloni di cuoio e la tunica celeste ricamata, era piuttosto disinvolto). Il dj abbassò il volume, scese un gran silenzio. Fu a quel punto che Carlo De Romanis, 30 anni, neo-eletto alla Regione Lazio, ex fidato portaborse di Antonio Tajani a Bruxelles e rampollo (termine che suona male ma rende bene l'idea) di una famiglia d'albergatori, afferrò il microfono e, con tono grave, disse: «Ecco, sono tornato... Sono tornato come Ulisse...».

Ebbe un lieve momento di incertezza. Fu fatale. Dalla platea, un suo amico pariolino dei bei tempi di scuola(andavano al «Villa Flaminia») urlò: «A Carlè, facce Tarzan!» (cit. film di Alberto Sordi). Risate. Applausi. Grida di evviva (ma poi per chi?). Carlo De Romanis non si scompose (del resto non si è mai scomposto anche in questi terribili giorni di faide politiche) e, poco dopo, concluse il suo discorso di ringraziamento. Perché quella era la festa del ringraziamento per i suoi amici ed elettori: 10 settembre 2010, «Ulisse torna a casa e sfida i nemici» c'era scritto sugli inviti. Obbligatoria la maschera. La maggior parte prese in affitto, bellissime. Giove, Zeus, Minosse, Adone. Una ragazza aveva però azzardato un baby-doll bianco. Un ragazzo s'era confuso, ed era arrivato vestito da legionario romano (con tanto di tatuaggio fascistoide della X Mas sul braccio). Poi comparvero quelli con la testa di maiale. E cominciarono a sbaciucchiarsi qualche ragazza (ma non immaginatevi un target da Olgettina: quasi tutte erano scese da via Cassia, dalla collina Fleming, con capelli biondo Roma Nord, alcune non avevano rinunciato a tacchi Sergio Rossi, al polso Rolex d'oro sconosciuti nella Grecia antica, più che figlie degli dei, figlie del generone romano; a parte, si capisce, una decina di ragazze «immagine», ingaggiate per mettersi in posa con grappoli d'uva pendenti sulle labbra voluttuose e, per questo, pure abbastanza scocciate).

Le feste del PdlLe feste del Pdl    Le feste del Pdl    Le feste del Pdl    Le feste del Pdl    Le feste del Pdl

Annagrazia Calabria, oggi 30 anni, la più giovane deputata del Pdl e responsabile dei giovani forzisti, era vestita da Briseide, patronimico usato da Omero nell'Iliade per Ippodamia, sacerdotessa troiana di Apollo.
Onorevole, fu più un festone o un festino? 
«Non capisco...».
Ci furono situazioni che...
«Non capisco: che situazioni?».
L'atmosfera, raccontano, ad un certo punto divenne un po' osé.
«Posso risponderle più tardi?»).
I camerieri stappavano champagne Philipponnat (bollicine non pazzesche ma di buon livello: 50 euro a bottiglia; non desti quindi stupore che il costo finale della festa si aggirò intorno ai 30 mila euro) ma andarono forte anche i superalcolici (mojito, gin-tonic, vodka-lemon). Atmosfera che da allegra divenne eccitata. Gran voglia di divertirsi. Quelle teste di maiale sempre a caccia di ragazze.

Giovanni Andrea Panebianco, ex Club della Libertà berlusconiani, oggi 33 anni, è uno dei migliori amici di De Romanis e, quella notte, si aggirava con la testa di un toro.
Non si sentiva ridicolo?
«No, era una festa in maschera, una roba goliardica...».
Però quelli travestiti da maiali allungavano anche le mani...
«Vuol fare il puritano?».
No: rilevo che era la festa di un consigliere regionale, un rappresentante delle istituzioni.
«Era una festa privata. Certo, non circolava acqua minerale, è chiaro... Però non c'erano squillo...».
Il clima, ad un certo punto, si surriscaldò un po'.
«Mah, sì... forse qualche situazione un po' osé si creò... parliamoci chiaro: la gente, a certe feste, va per divertirsi... e allora magari osa un po' di più, arriva quella un po' succinta... Ma, ripeto, Carlo ha pagato con i soldi suoi e...».

I 13 mila euro netti che il suo amico De Romanis prende di stipendio come consigliere regionale, se permette, sono anche un po' soldi nostri.
«Carlo è ricco di suo...»).
Carlo, quella sera, era ricco e felice. Duemila persone ai suoi piedi (letteralmente), alcuni cognomi eccellenti (il figlio di Bruno Vespa, Alessandro; la principessina Olimpia Colonna vestita da Medusa), giovani forzisti rampanti (Emanuel Cristadoro e Alvise Angelini), giovani giornalisti come Riccardo Monaco, portavoce del senatore Pasquale Viespoli.
( Monaco, tu eri a tuo agio?
«Ero alla festa di un mio caro amico, punto».
Permettimi di insistere.
«Senti, è tutta una montatura grossolana, lo sai anche tu! Perché no, dico: uno non può organizzare una festa privata? Carlo ha invitato i suoi amici più cari, gente come Annagrazia Calabria... sono cresciuti insieme... sì, c'era tutta Roma Nord... dov'è il peccato?»).

Ad un certo punto arrivò anche Stefano Cetica, potente assessore al Bilancio, ex sindacalista dell'Ugl, un uomo ruvido che, scoprendo d'essere l'unico in abito scuro e scambiato per il padre di una invitata, andò via disgustato. Per trattenerlo, gli assicurarono che stava per giungere la Polverini, ma lui sbuffò e, scuotendo la testa, sparì. Il festone volgeva al termine.
Renata Polverini arrivò giusto in tempo per la foto di gruppo.
Una foto memorabile, tragica, definitiva.

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