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4 set 2012

L'Antitrust europeo contro Gazprom "Prezzi alterati e insicurezza nelle forniture"


L'Antitrust europeo contro Gazprom
"Prezzi alterati e insicurezza nelle forniture"

Bruxelles apre una inchiesta formale contro il gigante russo che assicura la maggior parte delle forniture di gas al Vecchio Continente. Contestato anche il meccanismo che lega il prezzo del metano al prezzo del greggio

di LUCA PAGNI
MILANO - "Non si scherza con l'Orso russo". Chi si occupa di energia si è spesso sentito ripetere questa affermazione da chi è in raccoprti d'affari con Gazprom, il colosso russo che controlla i rubinetti da cui arriva il 30 per cento delle forniture europee. Una dipendenza che per alcuni paesi membri dell'Europa centrale e orientale arriva a sfiorare il 100 per cento.

La notizia è che ora l'Europa vuole andare a caccia dell'orso direttamente nella sua tana. L'Antitrust europeo ha aperto una procedura formale per indagare su Gazprom, il produttore russo e fornitore di gas naturale, per capire se abbia impedito la competizione sui mercati del gas in Europa centrale e orientale, in violazione delle norme che regolano al libera concorrenza dell'Unione europea". Una notizia confermata dagli stessi uffici della Commissione europea a Bruxelles.

Con quali motivazioni? Il controllore dei mercati in Europa ha affermato d'aver aperto una procedura legale sulla base delle "preoccupazioni che Gazprom possa abusare della sua posizione di mercato dominante nei mercati di fornitura upstream". In particolare, Bruxelles sospetta che Gazprom abbia "impedito la diversificazione dell'approvvigionamento del gas" mettendo a rischio la sicurezza delle forniture nei paesi europei e d'aver "imposto ai suoi clienti prezzi del gas ingiustificati, legandoli ai prezzi del petrolio".

I paesi in cui la Commissione sospetta che Gazprom abbia manipolato i mercati sono Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia, Lituania, Lettonia, Ungheria e Bulgaria. Che sono poi i paesi che maggiormente dipendono da Gazprom per le forniture, anche in virtù del fatto che appartengono all'ex blocco comunista e che la dipendenza è dovuta anche alla mancanza di infrastrutture alternative.

L'inchiesta è cominciata lo scorso anno, quando la Commissione ha avuto il sospetto che Gazprom aggirasse le regole della concorrenza tanto con atti unilaterali quanto attraverso accordi con le compagnie nazionali. Già nel 2007 però l'Antitrust europeo, guidato all'epoca dall'olandese Neelie Kroes, aveva presentato una relazione in cui denunciava che consumatori e imprese pagano le spese di "mercati del gas inefficienti e costosi a causa degli alti livelli di concentrazione del mercato ma anche della "possibile collusione tra operatori storici per la ripartizione dei mercati".

Ricordiamo che i paesi membri dell'Unione europea importa l'80 per cento del suo fabbisogno di gas e circa un terzo viene dalla Russia.
 

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