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10 set 2012

LA ROTTA: SI TERRANNO LONTANI DALLA PARTE DI OCEANO INDIANO DOVE FURONO CATTURATI Tredici mesi in mano ai pirati somali Ma ripartono in barca per il giro del mondo


I coniugi Paul e Rachel Chandler sullo stesso yacht 
su cui furono sequestrati. «Andare per mare è la nostra vita»

Paul e Rachel Chandler (Ap)Paul e Rachel Chandler (Ap)
Dopo essere stati tredici mesi in ostaggio dei pirati somali ed essere stati liberati solo dietro al pagamento di un considerevole riscatto, chiunque nutrirebbe una comprensibile apprensione alla sola idea di riprendere il mare. Ma non di certo Paul e Rachel Chandler che - catturati nell'ottobre 2009 nel tratto di mare fra le Seychelles e la Tanzania e rimasti in balia dei predoni per ben 388 giorni - sono ripartiti sabato scorso dal porto di Dartmouth, nel Devon, per completare il giro del mondo così bruscamente interrotto tre anni fa. A bordo dello stesso yacht sul quale erano stati rapiti.

NUOVA ROTTA - «I Chandler hanno passato gli ultimi 18 mesi a riportare il Lynn Rival all'antico splendore, dopo che la Royal Navy gliel'ha restituito – ha raccontato un amico alTelegraph – e non vedevano l'ora di partire, perché in barca si sentono realmente a casa». Forti però della bruttissima esperienza passata, i coniugi Chandler, originari di Tunbridge Wells, nel Kent, hanno già stabilito di tenersi lontani da quella pericolosa parte di Oceano Indiano che costò loro la libertà, anche per non far impensierire inutilmente amici e parenti, già molto preoccupati per il viaggio.

SENSO DI COLPA - «Quando siamo stati rapiti, siamo stati molto sfortunati – ha spiegato Paul, 60enne ingegnere civile in pensione – perché ci siamo trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma le possibilità che succeda di nuovo sono minime». Come scrive il Daily Mail , sarebbero stati i familiari e gli amici dei Chandler a raccogliere le 625mila sterline del riscatto pagate per il rilascio. «Alcuni pensano che siamo due folli – ha ammesso la 57enne Rachel – e in effetti ci sentiamo un po' in colpa per il fatto che i nostri cari siamo così in apprensione per il nostro viaggio, ma andare per mare in barca a vela è la nostra vita e se non lo facessimo più ci sentiremmo degli sconfitti».

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