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1 set 2012

Berezovskij perde contro Abramovich Nessun risarcimento per l'oligarca



Il magnate russo aveva chiesto 3,5 miliardi di euro al patron del Chelsea per averlo costretto a vendere le sue quote nella società petrolifera. Per il tribunale di Londra non ci sono prove. Lo sconfitto: "Una sentenza che sembra scritta da Putin"

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Soltanto il conto degli avvocati delle due parti era, secondo una stima del Financial Times, di 1 milione di sterline (1 milione e 200 mila euro) al giorno. Le guardie del corpo con cui si presentavano nell'aula di giustizia, ex-veterani della Legione Straniera per l'accusatore, ex-commandos delle Sas (le truppe d'elite dell'esercito britannico) per l'accusato, non dovevano costare molto di meno. E la cifra richiesta come compensazione del danno subito 1 era da capogiro: 3 miliardi di sterline (3 miliardi e mezzo di euro). Ma Boris Berezovskij, l'oligarca russo che pretendeva questa montagna di soldi dal suo ex-socio d'affari e collega Roman Abramovich, è uscito oggi dall'Alta Corte di Londra senza un soldo in più di quelli (non pochi comunque: un patrimonio di 250 milioni di sterline) che aveva prima. Il processo tra i due "nuovi ricchi" più famosi di Russia si è infatti concluso questa mattina con un verdetto di assoluzione per Abramovich: l'accusa non è riuscita a dimostrare, afferma la sentenza del giudice, che il petroliere siberiano ingannò Berezovskij costringendolo a vendergli a un prezzo infinitesimamente più basso del reale il suo pacchetto di azioni della Sibneft, una delle gigantesche aziende d'oro nero privatizzate dopo il crollo dell'Unione Sovietica e del comunismo. 
Le foto degli oligarchi. 2

"Un testimone capace di impressionare, ma non interamente convincente", ha detto il magistrato del 65enne Berezovskij, che fece carriera a Mosca negli anni della presidenza di Boris Eltsin, fino a diventare a un certo punto consigliere per la sicurezza nazionale del Cremlino e ad arricchirsi enormemente da quella poltrona (riversando una cospicua parte dei suoi guadagni, sostiene qualcuno, sulla famiglia del leader russo). Abramovich, di vent'anni più giovane, era stato una sorta di discepolo, alleato e compare di Berezovskij all'epoca della privatizzazione selvaggia (e largamente corrotta) dei primi tempi del dopo-Urss, e questo non lo ha negato. Ma nelle sue deposizioni l'attuale proprietario (fra molte altre cose) del Chelsea Football Club ha insistito che Berezovskij era stato per lui soprattutto un "padrino politico", insomma un protettore che lo aveva aiutato a conoscere le persone giuste e concludere affari, ricompensato per questo ruolo con un pagamento di mediazioni (qualcuno potrebbe chiamarle bustarelle) per un valore di decine di milioni di euro. Abramovich ha tuttavia sempre risolutamente negato che tra loro due ci fosse una vera partnership economica. Lo stesso Berezovskij ha dovuto ammettere al processo che l'accordo, se esisteva, era stato soltanto verbale e la sua impossibilità di produrre prove scritte è risultata fatale, spingendo il giudice a respingere la citazione per danni.

Abramovich non è venuto in tribunale ad ascoltare la lettura del verdetto a suo favore. Berezovskij sì: all'ingresso ha detto ai giornalisti, "credo nel sistema giudiziario britannico", all'uscita ha detto "sono basito, completamente preso di sorpresa. A volte ho l'impressione che Putin in persona abbia scritto questa sentenza. Non capisco. E credo che il giudice, Lady Gloster, si sia accollata la responsabilità di riscrivere la storia russa". La decisione non ha sorpreso gli esperti: salomonicamente, la giustizia inglese sembra dire che i due squali del post-comunismo sono in diversa misura entrambi colpevoli di qualche malefatta e non è possibile ridistribuire ora il bottino che si sono procurati, se non eventualmente restituendolo a una terza parte, forse il popolo russo. Ma questo non può farlo, ovviamente, un tribunale di Londra. Forse proprio per questo, del resto, Berezovskij e Abramovich avevano accettato di dirimere il loro bisticcio d'affari di fronte alla giustizia inglese: qui almeno sapevano che il processo avrebbe avuto una sentenza basata esclusivamente sul diritto. Della "giustizia" di Mosca, dove peraltro Berezovskij non può mettere piede (sarebbe immediatamente arrestato da quando è divgentato un oppositore di Putin), non si fidavano.
 

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