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17 lug 2012

Marissa Mayer nuovo Ceo di Yahoo! Addio a Google, e annuncia: 'Sono incinta'


La scelta del colosso di Sunnyvale cade su uno dei vicepresidenti dell'azienda di Brin e Page. Lei sbatte la porta e saluta, sognando di rilanciare l'ex compagnia leader della Rete che nell'ultimo anno ha visto succedersi numerosi Ceo. Con un altro grande impegno in arrivo: a ottobre nascerà il suo bambino. Una "prima volta" per una tech companydal nostro corrispondente ANGELO AQUARO

NEW YORK - L'ultima guerra del web ha il faccino biondo e gli occhi azzurri di Marissa Mayer, 37 anni, più di un terzo passati in quel colosso di Internet chamato Google. Fino a ieri. Da oggi Marissa sarà già al lavoro dall'altra parte della Silicon Valley. Sulla sua porta non ci sarà più scritto quel titolo da eterna seconda che l'angosciava ormai da tempo: vicepresident. Marissa Mayer è la nuova Ceo di Yahoo!: la donna incaricata di riscattare l'ex marchio più famoso del web avvitatosi negli ultimi dieci anni in una spirale al ribasso.
 
IL RITRATTO Marissa donna segreta della tecnologia 1

Per il mondo dell'hitech non è una notizia: è una bomba. Per Larry Page e Sergey Brin, i fondatori di Big G, non è un addio: è un tradimento. Marissa e i due padri, ma sarebbe meglio dire i due ragazzi fondatori, si sono lasciati come succede anche nelle buone famiglie: a piatti in faccia, o quasi. Piatti virtuali, naturalmente. "Ho passato un periodo straordinario a Google" ha detto la fedifraga: ma quella di lasciare "è stata una decisione ragionevolmente facile". Come dire: qui dentro non avevo intenzione di restare un minuto di più. Alla faccia di qualsiasi mozione degli affetti: veri e non virtuali, visto che i soliti pettegoli malignarono ai tempi anche di un flirt col bel Larry.

Ma le grandi novità per Marissa Mayer non sono finite: è incinta, a ottobre nascerà un maschietto. E' stata lei stessa ad annunciarlo in una telefonata a Fortune: "E' superattivo, si muove tanto. Il dottore dice che ha preso dai genitori". Il papà è Zachary Bogue, un avvocato che ha lasciato la professione forense per investire in start-up di dati. L'offerta di Yahoo è arrivata il 18 giugno, racconta ancora la nuova Ceo, e pochi giorni dopo lei ha comunicato loro la notizia. Come l'hanno preso i membri del board? Nessuno ha mostrato particolare preoccupazione, racconta: "Hanno dimostrato la loro apertura mentale". Quanto a lei, conta di prendere un congedo di maternità breve: "qualche settimana, continuando a lavorare, mi piace stare nel flusso delle cose". Per Yahoo! questo potrebbe segnare un bel primato: delle aziende tech quotate tra le 500 maggiori d'America - secondo Fortune - sarebbe la prima capo del consiglio d'amministrazione in attesa di un figlio.

L'arrivo della signora Mayer nel portale fondato da David Filo e Jerry Yang mette fine alla lunga crisi del sito che un tempo era il più potente del web e che proprio la nascita di Google - e poi Facebook - aveva inesorabilmente oscurato. Nella valle la storia si ripete come un mantra: dopo essere riuscita a riprendersi dalla crisi della New Economy, simbolicamente concretizzatasi al giro di boa del millennio, quattro anni fa Yahoo! aveva sdegnosamente rifiutato l'offerta di matrimonio di Microsoft per 44 miliardi. 

Tre anni dopo, la fiera zitella valeva esattamente la metà: 22 miliardi. Proprio la gestione sbagliata di quell'opportunità costò il posto di Ceo a uno dei fondatori, Yang, che dovette cedere il posto indovinate a chi? Proprio a una donna, Carol Bartz, a sua volta defenestrata senza mezzi termini 2 l'anno scorso. 

Da allora, va detto, a Yahoo! è sembrata andare sempre peggio. Yang ha dovuto fare le valige per la seconda volta, allontanato stavolta addirittura dal board. E quando finalmente gli occhi erano caduti su un nuovo manager, Scott Thompson, quello dopo pochissimo s'è dovuto dimettere sulla scia di uno scandalo 3 più che imbarazzante: aveva mentito sul suo curriculum. La poco signorile cacciata di Carol non è evidentemente un precedente preoccupante per Marissa. Lei, l'ex assunta numero 20 di Google, porta con sé - armi e bagagli - tutta l'esperienza al vertice della più grande fabbrica di Internet. A Mountain View ha guidato di tutto: da Google Mail a Google Maps. Ultimamente si occupava dello sviluppo dei prodotti local, ma il nome non inganni: l'informazione e la pubblicità locale è oggi vista proprio come l'ultima frontiera di guadagno miliardario sul web. 

Che il suo posto le stesse ormai stretto non era un segreto per nessuno: un collega l'aveva anche scavalcata come vice senior. Un affronto per lei che negli ultimi anni era diventata non solo la manager che sembrava insostituibile ma anche il volto vero e proprio della Grande G, la donna che parlava con la Casa Bianca e che aveva organizzato una grande cena un anno fa per l'amico Barack Obama.

Naturalmente la signora ha già le idee chiare su come rilanciare quel marchio arrugginito che comunque resta uno dei portali più forti d'America: vuole concentrarsi, ha detto, "per creare un'esperienza più gradevole per l'utente". Vuol dire che metterà mano ai prodotti puntando però su quelli che - dice - sono già i punti di forza: la posta e l'informazione sportiva e finanziaria. Ha già chiarito che si cresce "sviluppando i talenti" e laggiù nella Valley gli ingegneri già si sfregano le mani: aspettiamoci una guerra a colpi di milioni per accaparrarsi le migliori menti tra Google, Facebook e dintorni.

Soprattutto, la nuova madre padrona di Yahoo! ha fatto sapere che l'alleanza con Microsoft funziona e andrà anzi sviluppata: nato come motore di ricerca, oggi Yahoo! si affida invece alle ricerche del motore di Bill Gates, cioè Bing. Altro motivo per cominciare a tremare, lì nel Googleplex. 

Il compito non sarà facile: la signora eredita un colosso che ha perso la bellezza del 41 per cento del valore solo negli ultimi cinque anni. Ma proprio questo rende ancora più accattivante la sfida verso gli ex. Per non parlare del segnale che la sua scelta manda in tutta la Valley. È la seconda volta che Google si lascia scappare una dama. La prima fu Sheryl Sandberg, volata alla corte di Facebook, dove oggi è la numero due di Mark Zuckerberg. Adesso tocca a lei. Le cenerentole dell'hitech si sono stancate di aspettare che qualcuno si offra di far calzare la scarpetta: la loro favola è appena cominciata. 

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