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10 mag 2012

Giovani, carini e pronti ai lavori più folli "Workers", il precariato diventa commedia


Il film di Vignolo vuole raccontare col sorriso la ricerca di impiego di una generazione che - come dice la protagonista Nicole Grimaudo - "deve pensare all'affitto e non ai sogni". Una sorta di rivincita degli "sfigati" del viceministro Martone: "La situazione è drammatica, ma ci sentiamo vivi..."

di CLAUDIA MORGOGLIONE
ROMA - "Bisogna pur lavorare", spiega, dal grande schermo, una ragazza bionda dall'aria annoiata, che ha appena intascato un compenso in denaro come accompagnatrice a un'innocua cena con due uomini. Ed è in questa frase la chiave di Workers - Pronti a tutto, il film di Lorenzo Vignolo che sbarca venerdì 11 nelle nostre sale. Una commedia a episodi che racconta cosa i venti-trentenni di oggi sono costretti a fare, pur di trovare uno straccio di occupazione. Dall'inseminatore di tori al make-up ai morti, nessuna attività è abbastanza strana, o lo è così tanto da scoraggiare la fame di guadagno di una generazione marchiata dal precariato e dalla crisi. Un mondo in cui, come spiega la protagonista femminile Nicole Grimaudo, "i giovani sono disposti a qualsiasi cosa, rimboccandosi le maniche, con ironia e senza piangersi addosso: ma rinunciando ai loro sogni".

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In questo senso, Workers è e vuole essere una sorta di manifesto contro la vecchia retorica dei bamboccioni. E, ancora di più - anche se non c'è alcun riferimento esplicito - agli under 30 "sfigati" citati nella frase infelice del viceministro Michel Martone. Insomma, una pellicola con l'ambizione di coniugare 
ambizioni surreali e realtà sociale; e di farlo, come spiega il regista, con l'arma della leggerezza: "Abbiamo fare, col sorriso, la radiografia del momento che stiamo vivendo; inserendo, oltre alle storie principali che sono inventate, le testimonianze di persone vere, che vivono la precarietà sulla loro pelle". 

Epicentro del film è l'agenzia interinale Workers, che ha sede a Torino, e che è gestita da due uomini (Alessandro Bianchi e Michalangelo Pulci) che sono appena un po' meno depressi della loro variegata clientela. E' attraverso di loro - prima in ufficio, poi a una cena in cui uno dei due ha ingaggiato senza dirlo all'altro delle accompagnatrici - che veniamo a conoscenza delle tre storie principali. Nella prima, troviamo una coppia-cult dell'ex Boris, Francesco Pannofino e Alessandro Tiberi (reduce da To Rome with love di Woody Allen): il primo è un paralitico cocainomane alcolista e odioso, l'altro il malcapitato ragazzo che non ha i soldi per l'affitto e che per questo si ritrova a lavorare per lui. Nel secondo, un altro disperato che si rivolge all'agenzia, viene preso da un allevamento, in cui si tengono tori di razza il cui seme servirà per fecondare le mucche di mezza Italia. Qui fa conoscenza col più bravo degli addetti (Dario Bandiera), che di fatto aiuta i tori a masturbarsi, e che si innamora della commessa Daniela Virgili (vista nel Romanzo criminale televisivo). Nel terzo, una truccatrice di spettacolo disoccupata (Nicole Grimaudo) trova lavoro solo in un'agenzia di pompe funebri: ma il destino, nei panni di Paolo Briguglia e Nino Frassica, le riserverà un lavoro ancora più strano...

Un film che però, malgrado le ottime premesse, non riesce a tenere quel difficile, ambizioso equilibrio - tra realtà e surreale, tra episodi verosimili e situazioni paradossali - che si prefigge. Ma resta un tentativo generoso. Anche di sganciarsi dal filone della nuova commedia italiana vincente al botteghino, quella di Fausto Brizzi e company, dispimpegnata e borghese per definizione. Come conferma Vignolo: "L'idea - spiega - era proprio quella di mettere in scena le disavventure tragicomiche di un gruppo di disoccupati, in un contesto sociale meno floreale di quello che siamo abituati a vedere nei film italiani brillanti di questo periodo".

Ma forse la lettura più interessante è quella che viene dagli interpreti. Come La Grimaudo: "Davvero i giovani sono pronti a tutto, come si dice nel titolo; si danno da fare, si sobbarcano anche tre lavori insieme: nella realtà di oggi, mantenersi in qualche modo, pagare l'affitto, è più importante dei sogni". O come Paolo Briguglia: "Questo film - spiega - racconta noi giovani, che non abbiamo niente da perdere: fanno di tutto, qualsiasi cosa. Ma senza fare drammi, divertendosi. Perché la situazione è drammatica, sì: ma noi siamo vivi. E, come dimostrano i risultati delle elezioni, non siamo né di destra né di sinistra". Generazione cinque stelle?

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