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18 mag 2012

Francia, Hollande si taglia lo stipendio Come lui anche premier e ministri


Stipendi ridotti per l'esecutivo Hollande. Nella prima riunione del consiglio dei ministri francese è stato adottato il principio della riduzione della remunerazione mensile lorda del presidente e del primo ministro da 21.300  a 14.910 euro e dei ministri da 14.200 a 9.940 euro

MILANO - C'è la crisi. E prima di chiedere agli altri di rinunciare a qualcosa, i governanti francesi hanno deciso di iniziare loro a rinunciare a qualcosa. Così,come annunciato dal neo presidente Francois Hollande1, il nuovo governo ha approvato il taglio del 30% degli stipendi per il presidente, il premier Jean-Marc Ayrault e i 34 ministri. La remunerazione mensile lorda dei due primi cittadini passerà da 21.300 a 14.910 euro, mentre quella dei loro colleghi da 14.200 a 9.940 Euro. La decisione, adottata durante la prima riunione di gabinetto presieduta da Hollande, era stata promessa dal neo-presidente durante la campagna elettorale. Il primo atto del quinquennio socialista vuole essere "un esempio" e segna una svolta dalla gestione di Nicolas Sarkozy che aveva aumentato la propria retribuzione del 170 per cento, portandola a 19mila euro al mese. 

Al centro del primo Consiglio dei ministri - all'inizio del quale ai componenti dell'esecutivo è stato distribuito un codice etico - vi è stata anche la crisi in Europa, argomento su cui Hollande ha promesso una svolta. La nuova linea è stata confermata dalle prime dichiarazioni dei neo-ministri, come quella del titolare dell'Economia, Pierre Moscovici, sul Fiscal Compact. "Il trattato non sarà ratificato così com'è e deve essere completato con un capitolo con la strategia sulla crescita", ha puntualizzato Moscovici. Identica posizione quella del collega degli Esteri, Laurent Fabius, che ha parlato della necessità di "un'Europa diversa" e "più focalizzata sull'occupazione". Nel nuovo governo francese figurano anche 17 donne; grande esclusa la segretaria dei socialisti, Martine Aubry, che aveva chiesto la nomina a premier come condizione della sua entrata: condizione che è stata rifutata da Hollande. 

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