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17 mag 2012

E l'ospedale d'Isernia dimenticò l'ascensore


Sprechi, inefficienze e deficit. La "parentopoli" del governatore che prima di essere eletto era un medico della struttura

All'ospedale di Isernia hanno in progetto i miracoli. Perfino dopo un trapianto di cuore, infatti, il paziente dovrebbe alzarsi e far le scale per raggiungere a piedi i reparti: spesi 2 milioni per le sale operatorie, hanno scordato l'ascensore. Difficile, al contrario, scordarsi chi comanda in zona: il governatore Michele Iorio. Che ha deciso di piazzare sulla poltrona di sindaco sua sorella Rosa.

L'operazione (politica) pareva facilissima. Cinque anni fa il candidato della destra aveva trionfato al primo turno col 69,1% dei voti staccando l'avversario di 50 punti. E dopo essere diventato presidente regionale la prima volta nel '98, l'azzurro Iorio governa da allora (salvo una breve parentesi) dopo essere stato rieletto tre volte consecutive. Non bastasse, la signora Rosa scelta dal fratello, occupa una poltrona pesante, «elettoralmente». Quella di direttore del distretto sanitario. Poltrona che, in attesa del trasloco nell'ufficio del sindaco, si è ben guardata dal mollare. Anzi, accusano le sinistre, mentre si avvicinava il voto, l'Asrem (l'azienda sanitaria regionale molisana) ha chiesto a chi aspira a un'assunzione di iscriversi in una «long list». Una coincidenza davvero curiosa.

L'ospedale di IserniaL'ospedale di Isernia
Macché, quella che pareva dovesse essere una passeggiata si è rivelata in realtà più complicata del previsto. Non solo la Iorio è rimasta 25 punti sotto il record del sindaco eletto nel 2007, non solo non ce l'ha fatta al primo turno ma col suo 45,8 si è fermata 13 punti sotto i voti delle liste di destra che con il 58,7 hanno già in tasca la maggioranza in sala consiliare. Prova provata, dicono i nemici, che non è la storica roccaforte destrorsa ad avere svoltato, ma è stata la scelta della sorella Rosa a non essere digerita. Al punto che i consiglieri pidiellini, per forzare la mano, si sono spinti a lanciare un proclama ai cittadini. Dove dicono di «non essere disponibili a sostenere nessuna soluzione che non veda come sindaco il nostro candidato Rosa Iorio». Traduzione: se al ballottaggio vincesse Ugo De Vivo, sostenuto dalle sinistre, non potrebbe governare. Ipotesi estrema: dimissioni di massa e ritorno al voto.

Ed è in questo contesto inaspettatamente complicato che la città di Celestino V è stata scossa dal fastidioso reportage di un giornale online, «infiltrato.it». Dove Emiliano Marrone e Andrea Succi hanno spiegato finalmente, con tanto di video a corredo, in quale pessimo stato siano le due sale operatorie del «nuovo» monoblocco dell'ospedale.

Un reportage strabiliante, tragico e comico insieme.Macchinari nuovissimi ancora incellofanati, attrezzature allora d'avanguardia (allora: anno dopo anno invecchiano inesorabilmente) abbandonate, disordine, niente luce elettrica, piatti di plastica colmi di veleno per i topi. A dimostrazione di come, non avendo mai ospitato chirurghi e anestesisti, gli spazi siano stati occupati da altri inquilini.

Ma è la motivazione del perché quelle sale non sono mai state usate, come dicevamo, a essere sbalorditiva. Non solo gli ascensori del nuovo monoblocco sono troppo angusti per infilarci il lettino di un ricoverato («C'è un montacarichi che arriva solo al primo piano, col risultato che a volte ci è capitato di portare su la gente dal pronto soccorso ai vari reparti con la barella su per le scale», racconta il dottor Lucio Pastore) ma si sono dimenticati perfino di costruire un ascensore che porti nel sotterraneo dove stanno le sale operatorie. 

«Che c'entra questa storia con Rosa?», chiedono polemici i supporter dell'aspirante sindaco. «C'entra eccome!», ribattono dall'altra parte. La sanità molisana, che stando alle tabelle della ragioneria dello Stato ha uno dei «buchi» pro capite più profondi d'Italia (42 milioni e 111 mila euro nell'ultimo biennio: 132 euro a testa) è da anni saldamente nelle mani di Michele Iorio. Il quale non solo ha il ruolo di commissario straordinario, sia pure ammaccato dal verbale del 3 aprile del tavolo tecnico ministeriale per la verifica del piano di rientro, verbale non lusinghiero («grave situazione finanziaria determinata dai ritardi nell'attuazione del Piano di rientro») nei suoi confronti. Ma ha benedetto in questi anni tutto un fiorire di figli e cugini e parenti vari.

Antonio Sorbo, direttore di «altromolise.it», ci ha scritto un libro, su questa voragine. Si intitola La banda del buco / Sanità molisana, storia di un disastro annunciato , e dopo avere ricordato che già nel 2006 uno studio del Sole 24 Ore accusava il Molise di avere «la spesa sanitaria pro capite più alta d'Italia e il record nazionale di ricoveri inappropriati (94%)», dedica largo spazio proprio alla «parentopoli ioriana» di questi anni, ruotata soprattutto nei dintorni proprio dell'ospedale di Isernia, dove lo stesso governatore lavorava come medico prima di dedicarsi alla politica.

Ed ecco il fratello Nicola primario di neurofisiopatologia.Ecco la sorella Rosa, laureata in legge e non in medicina, direttore del distretto sanitario. Ecco il cugino Vincenzo Bizzarro, direttore dello stesso distretto prima di Rosa e prima di essere cooptato nel consiglio regionale. Ecco la cugina Giovanna Bizzarro assunta nel 2006 in Regione dopo un concorso contestato. Ecco la moglie del cugino, Luciana De Cola in Bizzarro, direttrice sanitaria dell'ospedale isernino...
Per non dire dei figli. Uno, Davide, lavora in una società (la «Bain & Co.») gratificata di consulenze regionali costate in febbraio al governatore una condanna a un anno e sei mesi con interdizione dai pubblici uffici dopo una requisitoria durissima del pm Fabio Papa: «Su queste delibere Iorio non si asteneva, come prescritto e come suo dovere, in presenza di un evidentissimo interesse di un proprio strettissimo congiunto». Peggio: «Abbiamo assistito a una sequenza di testimoni mortificante. Nessuno è stato in grado di dire cosa ha fatto la "Bain" per la Regione...». Un altro figlio, Raffaele, lui pure medico, opera in una struttura sanitaria privata («Hyppocrates») in rapporti costanti, ovvio, con la regione guidata dal papà che l'ha inaugurata. Ma è il terzo figlio, Luca, quello che forse ha fatto più parlare di sé. Medico anche lui, avrebbe convinto il padre, stando a un'altra inchiesta giudiziaria, ad assumere all'ospedale di Isernia il suo maestro, il chirurgo Cristiano Huscher, «attraverso nomina diretta, non preceduta da avviso pubblico».

Un rapporto poi finito male. Perché? Lo racconta Huscher in una lettera aperta: «Il motivo scatenante del mio licenziamento sarebbe stato un acceso diverbio avuto nel 2007 con il figlio del presidente Iorio». Perché, sostiene, si stava facendo di tutto per aprire un servizio di Chirurgia vascolare e «consentire al figlio del presidente di consolidare la sua presenza a Isernia». Una scelta cui lui si oppose, dice, per la «completa inutilità di quel reparto e per le spese proibitive per crearlo». Chissà se almeno lì era previsto l'ascensore...

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