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18 mag 2012

Come funziona l'Open Graph la vera ricchezza di Facebook


Condividere su FB è un modo per rendere il mondo più trasparente e connesso, ma anche per regalare le nostre relazioni al network. E rappresenta la miniera d'oro del gigante creato da Mark Zuckerberg. Proviamo a scoprire perchédi FRANCESCO CACCAVELLA


NEL LIBRO The Facebook Effect, intervistato da David Kirkpatrick, Mark Zuckerberg sintetizza con il concetto di gift economy ('economia del dono') il senso più profondo di Facebook. Il social network - è il discorso del giovane fondatore - consente alle persone, attraverso gli strumenti di condivisione, di donare parte della propria esperienza al mondo così da renderlo più trasparente. E "un mondo più trasparente è un modo più equo". Il dono più consistente che Facebook può, nel breve, elargire, sono i dollari che andranno nelle tasche della ristretta cerchia di azionisti, quando l'azienda sbarcherà al Nasdaq. Facebook vi arriva con numeri da capogiro (che, sia detto tra parentesi, Facebook ha condiviso solo nei mesi scorsi). Quelli più noti parlano di 900 milioni di utenti al mese, 125 miliardi di amicizie, 10 miliardi di minuti spesi al giorno sulla piattaforma. Quelli più importanti sono invece meno conosciuti, perché rappresentano il vero valore che ha il social network. 

Facebook è il più potente sistema di registrazione e mappatura di relazioni privato mai creato. Il valore inestimabile che possiede è la chiara visione che ha di cosa fanno e di cosa gradiscono ognuno di quei 900 milioni iscritti al social network e che è salvato nei grandi database del servizio. Ogni volta che "doniamo" qualcosa e condividiamo nuove informazioni, il database di relazioni cresce e si affina.

Il 
grafo delle relazioni
. Quando usiamo Facebook ci soffermiamo sulla nostra esperienza sociale. Ogni volta che premiamo il pulsante like, che condividiamo una risorsa, che la commentiamo, segnaliamo la nostra azione al mondo: appare sulla nostra bacheca e su quella dei nostri amici. Si tratta di una rappresentazione grafica di quello che accade "dietro le quinte". Nei server di Facebook, ad ogni azione, si crea una connessione fra quella risorsa e il nostro profilo. Attraverso queste connessioni Facebook costruisce a poco a poco il significato preciso della nostra vita sotto forma di grafo. Un grafo, termine preso a prestito dalla matematica, è una rappresentazione di un insieme di nodi tra i quali sussiste una determinata relazione. Quando premiamo il pulsante like, la risorsa cui è collegato il pulsante diventa un nodo del grafo di Facebook che viene legato da una relazione con un altro nodo (noi stessi). E non pensiate che la relazione sia solo fra voi e una pagina Web. Grazie ad Open graph, il set di protocolli su cui si basa Facebook, le connessioni possono avvenire fra nodi di qualunque natura. Ogni pulsante like, ogni commento, ogni condivisione può essere collegato ad un prodotto, ad un libro, ad un evento, ad un personaggio famoso o a qualsiasi cosa serva a mappare oggetti delle attività umane.

Il Progetto Genoma di Internet. Facebook, disse una volta un manager dell'agenzia di social marketing Buddy Media, ha "potenzialmente in mano il Progetto Genoma di Internet", come a dire che conosce l'esatto DNA delle attività umane. Sheryl Sandberg, la donna che gestisce le attività operative di Facebook, riconobbe in un'intervista che, oltre il fatturato, un "propulsore di importanza vitale" per Facebook è rappresentato da "quante informazioni condivide il mondo".

Il grafo che Facebook sta costruendo, da quando introdusse, oramai diversi anni orsono, la sua piattaforma di sviluppo, è come un'enorme mappa di una città in cui i punti non sono palazzi o quartieri o città, ma persone ed oggetti della vita quotidiana e le strade non rappresentano collegamenti, ma relazioni fra quelle persone e quegli oggetti. Relazioni di ogni tipologia.

Nell'ultima versione dell'Open graph, Facebook ha ampliato la natura delle connessioni che si possono registrare. Il pulsante like si può trasformare nel pulsante leggo, cucino, visito. Non si tratta più solo di stabilire una relazione di gradimento (mi piace / non mi piace), ma identificare ogni azione che compiamo quotidianamente.

Tutto ciò è possibile non dentro Facebook, ma soprattutto fuori, grazie alla possibilità, per le applicazioni, di integrarsi nella piattaforma del social network. Ci sono applicazioni per cellulare, come Kobo, che creano relazioni fra noi e il libro che stiamo leggendo, Endomondo che creano relazione fra noi e il percorso che abbiamo fatto, Foodspotting che creano relazioni fra noi e il cibo che abbiamo mangiato.

La condivisione istantanea. Sempre seguendo il principio che più si condivide, più il mondo migliora, a settembre dello scorso anno Zuckerberg ha introdotto il concetto che ha chiamato di frictionless sharing, e che potremmo tradurre in "condivisione istantanea". Dopo aver ricevuto il permesso da noi, un'applicazione o un sito può condividere automaticamente ogni azione che compiamo su di essa: ascoltiamo una canzone? Messaggio su Facebook. Leggiamo un articolo? Messaggio su Facebook. Vediamo un film? Messaggio su Facebook. 

Il sistema funziona molto bene nel caso di applicazioni per telefoni cellulari. Questo spiega anche il motivo per il quale Facebook, nei documenti necessari a presentare l'offerta pubblica, faccia continuo riferimento alle sue strategie nell'ambito mobile: il telefono è l'unico dei pochi dispositivi connessi che ci segue dovunque, qualsiasi cosa facciamo. Conquistare quell'ambito, significa mappare l'intera nostra esistenza. E mappare la nostra vita in un database è una ricchezza che vale più dei 100 miliardi di dollari che, secondo le stime, dovrebbe raggiungere la valutazione del social network. I grafi sono sistemi utilizzati in diversi campi scientifici per studiare le relazioni tra elementi della stessa rete. In Facebook, dove la rete è quasi tutto il mondo, diventano uno strumento potentissimo per interpretare la realtà umana. Può rendere più efficienti le inserzioni pubblicitarie - e Facebook già lo fa, offrendo i dati in forma aggregata agli inserzionisti - , può prevedere fenomeni sociali, può migliorare un prodotto o qualsiasi altra attività.

La legge di Zuckerberg. Più persone condividono, più Facebook cresce. Una delle previsioni che Zuckerberg ama ripetere è che, per il prossimo futuro, il numero di informazioni che si condividono sul Web raddoppieranno anno su anno. È stata chiamata "la legge di Zuckerberg", sul modello della "legge di Moore", il cofondatore di Intel, secondo cui le prestazioni dei processori raddoppiano ogni 18 mesi. La legge di Moore ha guidato negli ultimi 50 anni lo sviluppo dell'industria informatica. Fino a quando gli utenti saranno disposti a condividere e seguire la legge di Zuckerberg?

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