L'accusa è di non avere comunicato agli investitori prima dell'Ipo che le stime di crescita erano state «ridotte in modo significativo»
IL DEBUTTO -Un debutto in Borsa particolarmente movimentato per Facebook: dopo il crollo del titolo al Nasdaq, è infatti arrivata una pioggia di accuse verso i protagonisti della quotazione. Stando alle ultime accuse, solo ad alcuni investitori privilegiati era stata comunicata una riduzione consistente delle previsioni di crescita dei ricavi del social network. Fatto che ha contribuito al crollo del titolo nei primi giorni di contrattazioni. A seguire la causa collettiva, avviata presso una corte distrettuale di Manhattan, è lo studio legale Robbins Geller, lo stesso che era riuscito a ottenere risarcimenti per 7 miliardi di dollari da Enron. Sotto tiro anche Nasdaq OMX Group, la società che controlla l'indice su cui è quotato il social network, accusata da un singolo azionista per i ritardi nel collocamento dovuti a problemi tecnici che secondo l'accusa hanno portato a gravi perdite per gli investitori. Dopo la giornata di debutto a Wall Street deludente, conclusa attorno al prezzo di partenza, e il crollo del titolo nei due giorni seguenti, Facebook ha iniziato mercoledì in positivo e rimbalza di quasi il 3%.
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