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16 apr 2012

Tra condanne e assoluzioni storia di una famiglia romana


Hanno sei imprese, lavorano nel centro di Roma, hanno il quartier generale a Colli Albani. Il più anziano dei cinque fratelli Tredicine, Mario, nel '92 è stato condannato per associazione per delinquere. Poi è stato assolto in appello. Oggi fa parte del consiglio generale degli ambulanti della Confcommercio

Alla camera di Commercio risultano 6 imprese individuali a nome dei cinque fratelli. Quella di Mario, costituita nel maggio del 1980, non ha registrato dipendenti nel 2011. E così quella di Elio, aperta nel 1981. Dino, che ha iniziato nel 1980, ha appena donato un ramo dell'azienda al figlio Dario. Col nome di Alfiero Tredicine risultano due aziende. Poi c'è Emilia, l'ultima nel 1996 ad aprire un'impresa. Il loro quartier generale è a Colli Albani, Roma sud, dove ci sono le sedi legali e anche i depositi dei camion bar. Stando al numero dei dipendenti, dunque, solo una piccola parte del loro impero viene gestita direttamente. Per il resto hanno storicamente una collaborazione con la comunità bengalese romana. All'inizio hanno messo decine di extracomunitari del Bangladesh dietro i bracieri delle caldarroste, poi li hanno spostati ai banchi e a sorvegliare i camion bar. Oggi gli affittano le licenze, arrivando a chiedere 76 mila euro di anticipo e 6-7 mila euro al mese per un posto fisso davanti alla stazione Termini. Resta un mistero come i bengalesi, che spesso subaffittano a terzi, riescano a reperire tanto denaro.

"Ma se vuoi un posto in centro ti devi rivolgere ai Tredicine, altrimenti sei fuori dal giro", dice Mouna Sendane, un'ambulante marocchina di 34 anni, la metà dei quali passati dietro una bancarella. Il 24 maggio scorso ha denunciato Mario e Giordano Tredicine, quest'ultimo consigliere comunale del Pdl, per presunte "intimidazioni nei confronti degli ambulanti, titolari di licenza e non". Dopo aver subito l'ennesimo sfratto da piazza dei Cinquecento, ineccepibile da un punto di vista legale perché lei ha una licenza da itinerante (quindi non può sostare in un posto fisso), Mouna ha deciso di parlare, documentando un sistema in cui alla fine pare che vincano sempre loro. "I vigili sostenevano che lì non ci poteva stare nessuno  -  racconta  -  eppure ora c'è un chiosco fisso di abbigliamento dei Tredicine, affittato a un bengalese". Che appoggi hanno in Campidoglio? E perché le associazioni di categoria non protestano?

LA DYNASTY DEGLI INTOCCABILI Nella storia dell'ascesa imprenditoriale dei Tredicine c'è un uomo che conta più degli altri. E' Mario, 62 anni, il più anziano dei quattro fratelli. Risalgono agli anni Ottanta le prime inchieste che lo riguardano. Nel novembre del 1987 finisce in carcere, insieme con Elio, Alfiero, Emilia e due vigili urbani. Condannati in primo grado nel 1992 per associazione per delinquere, assolti in appello. Intanto le denunce crescono di pari passo al numero di licenze che riesce ad acquistare. La famiglia mette su un ufficio legale, un ombrello che la ripara da anni da cause e denunce. "Ma la questione delle troppe licenze in loro possesso non è un problema nostro  -  dice oggi Davide Bordoni, assessore al commercio di Roma  -  perché il comune sono anni che non le rilascia più. Se le sono comprate regolarmente, è il mercato". L'occupazione che più gli è riuscita, però, è stata quella dei sindacati.

Oggi Mario Tredicine fa parte del consiglio generale della Fiva, gli ambulanti della Confcommercio. Suo fratello Alfiero è presidente di Apre Confesercenti a Roma. Dino è nel consiglio direttivo della Fivag-Felsa-Cisl nazionale. Hanno messo un piede in quasi tutte le sigle, da destra a sinistra. Alcuni membri della famiglia alleata dei Molinaro  -  i "Tredicine del futuro"  -  stanno nell'Aiarc ambulanti rotativi di Roma. I sindacati sono loro. Sono loro, i Tredicine, che si incontrano periodicamente con la commissione Commercio del Campidoglio per decidere le soste, i turni, l'intensificazione o meno dei controlli dei vigili. E nel 2008 il cerchio si è chiuso con Giordano, il rampollo entrato in politica, un capolavoro strategico. Chi ha l'interesse o la forza di mettersi contro di loro?

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