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4 apr 2012

Stipendi parlamentari, impossibile il confronto Ue: Giovannini getta la spugna

La Commissione Giovannini getta la spugna: impossibile - in base ai troppi paletti posti dal Parlamento - confrontare in maniera attendibile gli stipendi dei nostri onorevoli con quelli dei colleghi dei paesi stranieri più rappresentativi. Nel giorno in cui la Commissione governativa per il livellamento retributivo Italia-Europa (Comliv) consegna al Governo, nei termini previsti, il proprio Rapporto finale per l'anno 2011, il gruppo di esperti guidati dal presidente dell'Istat Enrico Giovannini chiamati a dare un quadro comparato degli emolumenti della Casta italiana ed europea, annuncia anche la propria sconfitta.

Impossibile raccogliere i dati 
«Nonostante l'intenso lavoro svolto nei mesi scorsi - spiega una nota - i vincoli posti dalla legge, l'eterogeneità delle situazioni riscontrate negli altri paesi e le difficoltà incontrate nella raccolta dei dati non hanno consentito alla Commissione di produrre i risultati attesi». Dunque, prosegue il documento, «nessun provvedimento può essere assunto dalla Commissione per i fini previsti dalla legge». La Commissione segnala quindi al Governo l'opportunità di riconsiderare la normativa vigente che «appare obbiettivamente di difficile (se non impossibile) applicazione». Per questo, la Commissione ha ritenuto «doveroso rimettere il mandato ricevuto», invitando l'Esecutivo, «qualora ritenesse che la Commissione debba proseguire nei suoi lavori, ad esprimere tempestivamente il proprio orientamento, anche procedendo ad una nuova nomina dei suoi membri».

Monitoraggio anche sugli stipendi dei vertici Pa 
Eppure, al suo insediamento, nel luglio scorso, l'obiettivo sembrava a portata di mano: individuare la media ponderata, rispetto al Pil, «dei trattamenti economici percepiti annualmente dai titolari di omologhe cariche e incarichi nei sei principali Stati dell'Area Euro», riferiti all'anno precedente e aggiornati all'anno in corso, in modo da riparametrare (presumibilmente al ribasso) gli stipendi dei nostri parlamentari. E non solo i loro: la fissazione in base alla media europea dei tetti agli stipendi dei "pari grado" europei dovrebbe infatti riguardare anche i membri di organi costituzionali, i vertici di Authority e agenzie, e in generale le figure apicali delle Pa.

Il Governo: completare il percorso avviato nel 2011 
Il Governo, dal canto suo, prende atto della scelta della task force Giovannini, ma non rinuncia a tentare una razionalizzazione dei costi degli stipendi dei politici. L'Esecutivo, sottolinea una nota di Palazzo Chigi, «proseguirà la propria azione nell'obiettivo di giungere ad una razionalizzazione dei trattamenti retributivi in carico alle amministrazioni pubbliche, tenendo conto dell'indisponibilità dei dati di riferimento negli altri paesi europei». Il Governo - prosegue il documento - «è consapevole della necessità di completare nel più breve tempo possibile il percorso avviato nel luglio 2011 e proseguito con l'attuazione delle norme contenute nel decreto Salva Italia per il contenimento delle retribuzioni dell'alta dirigenza nei limiti del tetto previsto».

Il rapporto preliminare di gennaio 
La Commissione Giovannini aveva avuto l'incarico dal governo Berlusconi e dalle presidenze di Camera e Senato, poi confermato dal premier Monti, e avrebbe dovuto rendere conto del monitoraggio comparativo il 31 dicembre scorso, preferendo poi, nei primi giorni del 2012, presentare solo un rapporto preliminare. In base a questo documento intermedio, l'indennità parlamentare lorda per i nostri deputati risulta di 11.283 contro i 7.100 euro della Francia, i 2.813 della Spagna, 8.500 nei Paesi Bassi, 7.668 in Germania a cui si aggiunge in Italia una diaria da 3.500 euro. A seguire l'impegno della commissione a completare lo studio richiesto per la fine di marzo. Il Rapporto finale riferito al 2011 è stato pubblicato sulla pagina Internet della Commissione, accessibile sul sito www.funzionepubblica.gov.it.

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