Da Brera ai Navigli, verifiche nei locali del divertimento, posti di blocco dei vigili urbani per le auto di lusso. Protestano gli esercenti
Entrano in borghese. Voce calma e fare deciso. «Buonasera, siamo dell'Agenzia delle entrate». E poi si sono seduti tra i tanti clienti che, al sabato sera, affollano i locali. Nella terza giornata del Fisco meneghino, dopo le montagne di Cortina e il mare di Portofino. Si sono presentati alle 19 e se ne sono andati quando i titolari hanno abbassato le saracinesche. «Se si va avanti così - dice con un diavolo per capello il titolare del ristorante pizzeria «Da Cecco», in via Solferino 34, a Brera - il primo cinese che passa di qui gli vendo il locale». E ancora: «Sono venuti due volte in un mese e mezzo. E sempre di sabato, quando, grazie a Dio, ci sono molte persone. Mai quando non si lavora. L'altra domenica, ad esempio, ho fatto 5 coperti. Capisco i controlli, ma sempre agli stessi, senza mai toccare un politico. Tra l'altro non hanno trovato irregolarità».
Le zone «martellate» sono quelle più cool e più frequentate. Gli ispettori sarebbero stati avvistati in via Vittor Pisani, sui Navigli, in corso Como, in corso Garibaldi, all'Isola.
Verifica sugli scontrini e sulle posizioni dei dipendenti (contributi, tipo di contratto, eventuale presenza di clandestini). E ancora controlli sugli incassi in contanti e sulle carte di credito. Il loro modo di comportarsi, già battezzato a Cortina e nelle località vip liguri, è sempre lo stesso. Entrano, si presentano e si accomodano, annotano e aspettano. A fine serata chiedono il conto: quanti scontrini sono stati battuti, a quanto ammonta il guadagno. Per poi fare i confronti con gli andamenti passati.
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