Metti mi piace

27 apr 2012

L'Aquila, una via per Mario Magnotta mito blasfemo dello scherzo telefonico


La giunta comunale delibera l'intitolazione di strade per Simoncelli, Grossi, Cordeschi, Vittorini e Natali. E una anche al collaboratore scolastico diventato famoso per uno scherzo telefonico del 1986, ancora oggi molto scaricato da internet per il contenuto irriverente. E che lo ha reso protagonista di una inattesa carriera nello spettacolo

Mario Magnotta, collaboratore scolastico, è morto il 5 gennaio del 2009, quattro mesi prima del terremoto che ha devastato la sua città, L'Aquila. Quella che nell'ultimo periodo diceva di non amare più, ma che chi lo ha conosciuto interpretava solo come parole d'amore venate di malinconia. La stessa che però ha deciso di dedicargli una via, come ha deliberato la giunta comunale, dopo la petizione pervenuta al sindaco e dopo anni di richieste in Rete. Altre strade verranno intitolate a Marco Simoncelli, il giovane motociclista scomparso a soli 24 anni durante il Gran premio di Sepang. E poi a Marcello Vittorini, Gianfranco Natali, Italo Grossi e Antonio Cordeschi. 

Ma perché una via per Magnotta, sconosciuto rispetto agli altri nomi? Perché Mario Magnotta ha incarnato, inizialmente e per un buon periodo non per sua volontà, la rappresentazione più completa della vittima della goliardia, al momento insuperata, forse insuperabile. Nel caso di Magnotta, il destino un giorno nel 1986 ha preso la forma di uno scherzo telefonico feroce, in cui per mesi gli autori Videtta e De Dominicis hanno abilmente tessuto ai danni del povero Mario una trama fatta di elettrodomestici ordinati e mai pagati, frigoriferi da acquistare per riparare il danno, lavatrici e marchi blasonati di ditte e produttori che avrebbero perso prestigio proprio a causa delle presunte colpe di Magnotta. Naturalmente tutto inventato, o meglio costruito su solide basi nella realtà. 

Lo scherzo. Ma l'importanza storica 
che è valsa una strada a Magnotta inizia quando l'incastro confuso tra fatti reali, lavatrici comprate e pagate, e le invenzioni degli autori diventa insostenibile per Mario. Che verso il finale della telefonata numero quattro, la più famosa e la più scaricata da internet (dopo aver girato l'Italia in audiocassetta per lustri), esplode in un crescendo operistico di improperi e bestemmie di possanza fuori misura, imprecazioni teratologiche, urla blasfeme infuocate. Parole che evocano le fiamme infernali eppure candide perché unica difesa possibile per quel livello di tormento ad opera degli spettri di fatture non pagate per elettrodomestici mai acquistati. E a ben vedere, parole che non contenevano tanto l'insulto del divino quanto l'umiliazione del concetto di demonio, superato da Magnotta con la più semplice espressione terrena di sè.

Rimane nell'immaginario del Paese la frase finale "M'iscrivo ai terroristi", ripresa anche in opere dell'arte ufficiale. L'ascolto dello scherzo non è certamente adatto ai religiosi né ai cattolici che non si ritengano particolarmente tolleranti. Eppure il successo deflagrante e probabilmente trasversale, portò Mario Magnotta ad essere invitato in diverse trasmissioni radiotelevisive nazionali come "I fatti vostri" e il Maurizio Costanzo Show. Da bidello, Mario Magnotta diventò oggetto di culto da parte di fan club sorti un po' ovunque, e protagonista di serate in club e discoteche. Forse un percorso di espiazione per Magnotta che in fondo non aveva mai cercato una carriera da showman, e in cui la sua natura iraconda ma sincera è stata trasformata in spettacolino e derubricata a volgarità.

Certo, il pellegrinaggio che inevitabilmente seguirà all'inaugurazione della via sarà il primo di un certo tipo, completamente opposto a quello che conduce verso i luoghi sacri. Ma a rimanere accanto alle facili risate saranno l'impeto e l'estenuazione dell'anima così fortemente sonora dell'uomo. Elementi che hanno permesso alla memoria di Magnotta di dare il nome a una via della città da cui non è mai andato via. 

Nessun commento: