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6 apr 2012

l tesoro nascosto di Zappalà sequestrati beni per 16 milioni di euro

l tesoro nascosto di Zappalà 
sequestrati beni per 16 milioni di euro

Scoperte cliniche, auto di lusso e quote societarie che facevano capo All'ex consigliere regionale Pdl in carcere per corruzione

Nella foto, in piedi Santi Zappalà (Ansa)Nella foto, in piedi Santi Zappalà (Ansa)
REGGIO CALABRIA – Per la sua elezione al Consiglio regionale della Calabria, nel marzo del 2010, si era impegnato in prima persona Giuseppe Pelle, capo della più importante cosca di 'ndrangheta di San Luca. La frequentazione con il padrino aveva aperto le porte del carcere a Santi Zappalà, esponente del Pdl, medico fisiatra, ex sindaco di Bagnara(Reggio Calabria) ed ex consigliere provinciale. Dopo la condanna a 4 anni per corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose, la procura distrettuale di Reggio Calabria gli aveva sequestrato il suo patrimonio che ammontava a circa 8 milioni di euro. Le successive indagini evidentemente hanno accertato che quella somma era solo una parte del suo ingente capitale.

QUOTE SOCIETARIE E BENI DI LUSSO- Questa mattina i militari della Guardia di Finanza e i carabinieri del Ros hanno sequestrato un'altra consistente parte del patrimonio di Santi Zappalà che ammonta a circa 16 milioni e 500 mila euro. Tra i beni sequestrati c'è la clinica Fisiokinesiterapia e un'azienda, la Ileca Charter, che si occupa di turismo, oltre a diverse quote societarie, immobili,auto di lusso e conti correnti. L'ex consigliere regionale in cambio della sua elezione aveva assicurato al boss Pelle una «corsia preferenziale» per quanto riguarda i lavori pubblici. Molte opere regionali – avrebbe garantito Zappalà – sarebbero state appaltate da ditte vicine al padrino di San Luca. Inoltre l'esponente politico in ossequio all'impegno del boss gli aveva garantito un proprio interessamento per il trasferimento, in un carcere calabrese, del fratello Salvatore, rinchiuso a Rebibbia con una condanna a 14 anni. «Ho buone amicizie» nell'ambito penitenziario – sosteneva Zappalà durante i colloqui intercettati dai carabinieri del Ros nella casa di Giuseppe Pelle a San Luca. Dopo il suo arresto l'ex consigliere regionale ha cercato in tutti i modi la maniera per uscire dal carcere. Le microspie piazzate nella sala colloqui del carcere di Nuoro hanno registrato le conversazioni tra l'esponente politico e alcuni suoi familiari. Santi Zappalà avrebbe fatto pressioni affinchè intervenissero alcuni alti personaggi con ruoli di vertice all'interno della Corte d'Appello di Reggio Calabria affinchè si adoperassero per la sua scarcerazione. Tra questi l'ex presidente del Tribunale di Reggio Calabria Francesco Pontorieri che ha chiuso la sua carriera come giudice di Cassazione. Il gip di Reggio Calabria Roberto Carrelli Palombi, che firmò il provvedimento di arresto per Zappalà, ascoltato dai magistrati reggini dichiarò di «essere stato avvicinato» dall'alto magistrato che gli parlò della situazione dell'amico Zappalà.

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