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16 apr 2012

Ghiacciai, anomalia Karakorum nel mondo si ritirano, lì crescono


Nuovo studio indica che le distese di ghiaccio di quest e alture himalayane sono in controtendenza, stanno aumentando. È forse l'unica regione del pianeta a non contribuire alla risalita del livello marino, ma a contrastarladi JACOPO PASOTTI

GLI SCIENZIATI la hanno chiamata "anomalia del Karokorum": secondo diversi esperti infatti, in quell'angolo della immensa catena himalayana i ghiacciai non solo non sono in ritiro ma stanno, anzi, avanzando. Una anomalia, questa, che ha generato accesi dibattiti sia dentro che fuori dal mondo accademico. In un mondo che si surriscalda, in cui calotte glaciali e ghiacciai montani sembrano essere tutti in ritiro, è difficile immaginare l'esistenza di una regione in controtendenza.

Il Karakorum è dominato da lingue glaciali talvolta chilometriche che si insinuano tra rari picchi famosi (come il K2) e una schiera di monti a cui neppure un nome è stato dato. È senz'altro uno dei luoghi più  remoti della Terra. La regione, denominata Hindu-Kush  -  Karakorum  -  Himalaya, è al confine tra Cina, India e Pakistan ed è talmente vasta, inaccessibile, e pericolosa (anche perché politicamente contesa), da essere ancora poco studiata e, a detta di un team di studiosi francesi: "sembra non aver seguito la tendenza globale dei ghiacciai, che nelle ultime tre decadi si sono ritirati". 

Ad affermarlo sono Julie Gardelle, Etienne Berthier ed Yves Arnaud, delle università di Grenoble e Tolosa, in Francia. In uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, i tre glaciologi mostrano per la prima volta dati derivati da misure satellitari che mostrano un lieve, ma inequivocabile, aumento del volume dei ghiacciai di questa porzione di Himalaya. Lo studio chiude così il dibattito sulla discussa "anomalia del Karakorum."

Lo studio. Gli scienziati francesi hanno calcolato le differenze altimetriche tra un modello digitale del terreno del 2000 (una sorta di mappa tridimensionale del terreno ottenuta, in questo caso, da sensori installati su appositi satelliti artificiali) ed uno più  recente, elaborato nel 2008. L'area studiata dai ricercatori non è che un quarto della regione del Karakorum, ma sufficiente ai ricercatori per concludere che tra ghiacciai che perdono ed altri che aumentano di massa, il bilancio finale è positivo. Una deviazione dalla tendenza planetaria che stupisce, visto che il resto dei ghiacciai della Terra (comprese le calotte polari) hanno un bilancio senz'altro negativo. 

L'impatto dei ghiacciai del Karakorum sulle previsioni della risalita del livello marino non è cosa da poco, in gioco ci sono quasi 20000 chilometri quadrati di ghiacciai, ovvero circa il 3% dell'area glaciata al di fuori dell'Artico e del continente Antartico. Gli scienziati francesi stimano infatti che l'acqua che è rimasta intrappolata tra i monti del Karakorum, in forma di ghiaccio, ha sottratto un prezioso contributo alla risalita del livello marino (-0,001 millimetri annui di acqua sottratta agli oceani invece di +0,04 millimetri annui di apporto positivo ottenuti da stime precedenti). Un contributo microscopico, certamente, ma che a scala globale ha comunque il suo peso.  

Una risposta, nuove domande. Se il mistero della "anomalia del Karakorum" è stato svelato (chiudendo anche una polemica su alcuni vistosi errori contenuti in un recente rapporto dell'Intergovernmental panel on climate change 1, lo studio apre nuovi spazi per la ricerca. In un commento posto sulla stessa rivista, infatti, il geografo canadese Graham Cogley dice che "come mai i ghiacciai del Karakorum si discostino dal comportamento globale è ancora poco chiaro. Sembra che a causa di una bizzarria atmosferica, ancora non compresa, in quella regione giunga più neve e meno calore". Inoltre lo studioso osserva che in assenza di misure dirette le stime si fondano sul confronto con situazioni geografiche simili, e che questo può  essere una sorgente di errore. Insomma, il semplice confronto tra regioni analoghe sarebbe secondo lui una "guida inaffidabile" nella valutazione del cambiamento climatico. L'invito è chiaro: dato il crescente ruolo politico, economico, e sociale degli studi sul clima servono misure più accurate e puntuali sullo stato dei ghiacciai del nostro pianeta.

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