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24 apr 2012

Cieca, vince 5 ori nel nuoto alle Paralimpiadi E poi prende anche la patente


La tedesca Yvonne Hopf non era disabile e vedeva molto più di quanto si pensasse. La nuova truffa svelata da «Spiegel»

Una nuotatriceUna nuotatrice
In Germania era diventata la star del nuoto. Cieca, a soli 18 anni, nel 1996 aveva vinto cinque ori alle Olimpiadi di Atlanta, come atleta disabile. Un trionfo leggendario perché Yvonne Hopf nuotava senza vedere la parete della piscina, ma si regolava con il numero di bracciate e i tempi. Almeno, così tutti credevano. «Il suo sogno - scriveva la Faz all'epoca - è Sydney 2000». Poi improvvisamente, dopo due anni, il silenzio. Fine di una carriera appena cominciata. Niente più Paralimpiadi. Inspiegabilmente. Adesso è «Der Spiegel» a spiegare quel repentino abbandono delle corsie delle piscine. Durante un controllo i medici scoprirono che Yvonne Hopf aveva una capacità visiva superiore al 10%. Insomma, vedeva molto di più di quanto si pensasse. E comunque troppo per essere ammessa alle discipline paralimpiche. E poco dopo, l'ex atleta iridata ha pure preso la patente.

I PRECEDENTI - Solo qualche settimana fa era emerso il caso eclatante dell'atleta olandese, Monique van der Vost, vincitrice alle Paralimpiadi di Pechino del 2008 di due argenti nell'handbike (la bici su tre ruote che si spinge con le braccia). Dopo 13 anni di sedia a rotelle, nel 2010 annunciò che in seguito a un incidente era riuscita a recuperare l'uso delle gambe. E ora ha ammesso che in realtà era in grado di camminare anche quando gareggiava, scatenando gigantesche polemiche. Anche alle Paralimpiadi di Torino una fondista partita come non vedente. Peccato che all'arrivo si è girata verso i tabelloni e dopo aver realizzato di aver vinto la medaglia ha esultato davanti a una folla rimasta senza parole. E c'è anche la storia di quel ciclista belga che aveva dichiarato di avere un braccio paralizzato, e poi fu sorpreso a telefonare utilizzando proprio quel braccio che avrebbe dovuto restare immobile. «Tra gli atleti che partecipano alle gare riservate a disabili spesso si intrufolano persone che simulano l'handicap durante le visite di routine, e non sempre è così facile individuarli» spiegano esperti medici allo Spiegel. Forse è arrivata l'ora di pensare a controlli più severi.

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